Quando parliamo di New York la descriviamo spesso come una fabbrica di sogni. Qualcuno aggiunge che in effetti era così una volta, ma ora è diverso. Che quella bellissima favola dell’uomo povero che diventa ricco non si realizza più. Non almeno come una volta.
Voglio fare una premessa. Se sei giovane è la metropoli il luogo in cui qualcosa di meraviglioso può accadere. E tra tutte le metropoli New York ha un posto privilegiato.
Prima di iniziare va sottolineata una cosa: realizzarsi nella vita non vuol dire necessariamente diventare ricco. Molti rimangono a New York senza cercare la ricchezza, facendo lavoretti precari, praticando l’arte dell’arrangiarsi. Ma rimangono perché adorano farsi una passeggiata al Central Park, andare in un museo, mangiarsi uno spicchio di pizza nel caos, incontrare nuovi amici. Insomma adorano quello stile di vita newyorkese ricco di cose da fare che non richiedono troppi soldi.
In effetti devo dire che quando non avevo soldi, la città me la godevo comunque. Certo ora posso permettermi qualcosa in piu’. Ristoranti migliori, prendo Uber di sera quando sono stanco senza dover aspettare la metro mezz’ora. Posso comprare i vestiti sulla Fifth Avenue invece che da Banana Republic durante i saldi. Tuttavia a conti fatti si tratta di un miglioramento lieve che non ha cambiato il mio rapporto con la città, fatto soprattutto di vita da strada. E poi alla fine tra una camicia da 30 dollari, e una da 300 dollari, non c’è tutta quella differenza che uno si immagina.
Quando vi dicono che a New York bisogna guadagnare molto per vivere bene, vi dicono una cosa vera, ma è vero anche che ci sono tantissime cose a costo zero, supermercati economici, ristoranti dove mangiare decentemente pagando poco.
Però è inutile mentirsi. Chi viene a New York lo fa non per sopravvivere. Viene per realizzare i propri sogni, per ambire ad un benessere che gli era precluso nella propria terra d’origine. E questi sogni possono realizzarsi per una serie di caratteristiche che questa metropoli possiede e che provo ad elencare.
In questo articolo ho tralasciato la tematica del visto, che affronterò successivamente. Per esperienza posso dire che molti di coloro che arrivano qui dall’Italia lo fanno con un visto studentesco, cercano lavoro e spesso lo trovano, anche se non potrebbero farlo. E’ una prassi tollerata.
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Journalist, Writer, NY Urban Explorer
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