Storie italiane – ilmioviaggioanewyork

Storie italiane

Domingo Abrusci, un architetto emergente a New York

E poi ci sono certi ambiti dove non c’è proprio partita tra Italia e USA. No, non vogliamo parlare di calcio, bensì di architettura, uno di quei settori dove la creatività Italiana fa la differenza qua negli USA. Oltre ai vari famosi e inarrivabili Renzo Piano, Fuksas e qualche altro grande nome, ci sono tanti talenti emergenti, come quello di Domingo Abrusci, architetto pugliese che si è ritagliato uno spazio importante all’interno di Mascioni & Behrmann, uno studio di architettura specializzato nel settore healthcare a New York.

Innegabilmente, punti forza degli Italiani – se comparati ad altre popolazioni – sono la duttilità e la flessibilità intese come capacità di adattamento e allo sviluppo di soluzioni inedite per ovviare ai problemi che si presentano. Domingo in Italia si è specializzato con i grandi marchi di moda -quali Armani e Gucci - nell’esecuzione dei progetti di design per i nuovi store, dove questa esperienza è stata mutuata nel design e costruzione di Residenze, un’ altra sua specializzazione.

 Non è stato facile reinventarsi dall’altra parte dell’oceano, in un settore diverso, come quello dell’architettura al servizio degli ospedali e centri medici.  Domingo ci spiega su cosa ha fatto leva: “1- Problem Solving. Molti, qui in USA, hanno un approccio pragmatico ai problemi, sono bravissimi a svolgere il loro compito in maniera rapida ed efficace, e sopratutto sull’organizzazione non li batti. Ma appena c’è qualcosa che esula le loro competenze specifiche, si fermano il loro pragmatismo si inceppa.

In Italia ci insegnano a cercare sempre una soluzione perché c’è ne sempre una, probabilmente è una peculiarità che abbiamo insita dentro di noi, che io non esiterei a definire creatività nell’approccio, che sicuramente ci deriva dalla nostra cultura e penso che i miei capi qui apprezzino molto tale forma mentis.

 

2 – Cura dei dettagli – Quando per esempio esegui un progetto per il negozio di Armani, non puoi non curare e fare attenzione ad ogni piccolo dettaglio. Ecco, mi rendo conto sono quasi maniacale nella “la ricerca del bello”, in tutti i miei progetti, dove la creatività cerca di trovare il punto d’incontro con l’organizzazione e il pragmatismo.

E ciò è accolto sempre con grande soddisfazione da colleghi e clienti”.

Progetti architettonici di una certa rilevanza, quelli nei quali la firm di Domingo è chiamata a portare la propria expertise. Stiamo parlando delle sedi di alcuni degli ospedali più importanti negli USA, come il nuovo Mount Sinai nel quartiere Queens e anche e soprattutto i molteplici lavori per il New York Presbyterian, per il quale Domingo, tramite Mascioni & Behrmann, ha curato ristrutturazioni di alcuni dipartimenti nel campus a Washington Heights e, ancor più in prima battuta, e di settori del Green Pavillion del prestigioso campus accademico Weill Cornell Medicine nell’Upper East Side.

Nei programmi futuri di Domingo ci sono molto progetti che cambieranno il “volto” dell’healtcare qui a New York – molti di essi ancora legati al New York Presbyterian.  Domingo, come al solito, metterà le sua attenzione per i dettagli al servizio della funzionalità. Un’altra bella storia di un talento creativo Italiano che ha affinato le sue skills con la concretezza americana.

.

Asya Rotella, un nome pieno di significato nella contemporary art italo-newyorkese

Figlia d’arte – in tutti i sensi. I primi ricordi di Aghnessa “Asya” Rotella, presidente del Mimmo Rotella Institute, sono gli “schizzi” del padre Mimmo, uno dei più grandi pittori del dopoguerra in Italia. Il ruolo di curatrice d’arte, pertanto, oltre che spinto dalla passione, è venuto naturalmente come un dovere familiare, per dare un ordine e un senso alla copiosa produzione del’artista divenuto famoso nel mondo per la tecnica decollage. Dal 2012, Asya ha curato e organizzato eventi ed esposizioni del Mimmo Rotella Institute, che si sono svolte in tutto il mondo – una delle ultime è avvenuta proprio quest’anno a New York, nella prestigiosa Gladstone Gallery, per la quale Asya ha selezionato alcune delle prime opere di Mimmo Rotella.

 

Ma per chi mastica arte, New York non è una semplice meta di passaggio, ma un obiettivo di lungo termine. Ed è così che Asya Rotella, negli ultimi mesi, ha messo giù le basi per il grande salto. Dalla sua Milano, ha selezionato un pool di opere di artisti europei e, tramite l’Alessandro Berni Gallery, Asya ha curato gli eventi City Bites I, II and III, che si sono svolti presso l’elegante spazio “Italian Green Design” nel cuore del quartiere Chelsea, ovvero il centro dell’arte mondiale. L’acume con cui Asya Rotella ha messo vicini artisti di livello mondiale come Cattelan e Accardi con altri emergenti non è passato inosservato e le esibizioni hanno ricevuto applausi dalla critica newyorkese.

Non solo lodi, ma anche nuove prospettive. New York è una realtà che non ha paura di scommettere velocemente su chi dimostra di voler e saper fare. Ed è così che proprio l’Alessandro Berni Gallery ha proposto una collaborazione di lungo termine ad Asya Rotella, che quindi coprirà un ruolo primario nel curatorial board di prestigiosi eventi, come Clio Art Fair, la principale mostra indipendente nel panorama newyorkese. Non solo: ha espresso interesse a collaborare con Asya Rotella anche Ludovica Capobianco, una curatrice italiana che si è affermata negli ultimi anni negli USA grazie ad eventi che hanno riscosso un gran successo – su tutti “It occurs to me that I’m America” presso il consolato Italiano a NY e “Cultural Programme” nel trendy environment del Surf Lodge di Montauk. Cosa bolle nella pentola delle due curatrici è difficile capirlo visto la volontà di mantenere segreti progetti futuri. Asya ha anticipato che proporrà nel panorama newyorkese il pittore italiano Marco Pariani, artista ambitissimo dai collezionisti europei. Non ci resta che aspettare e… ammirare!

.




Net Orders Checkout

Item Price Qty Total
Subtotal $ 0.00
Shipping
Total

Shipping Address

Shipping Methods