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190 Bowery, l’edificio di graffiti in cui visse Roy Lichtenstein

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Febbraio 9 2015

Il numero civico non  passa inosservato: 190 Bowery è un edificio molto noto a coloro che amano l’arte di strada, non solo per i bellissimi graffiti, ma anche perché qui hanno vissuto due grandi artisti americani: Adolph Tottlieb e Roy Lichtenstein, nel periodo compreso tra il 1966 e il 1968. L’edificio, da poco venduto per 55 milioni di dollari, per 42 anni  è stato di proprietà del fotografo commerciale Jay Maisel, che fino a poco tempo fa ci viveva assieme alla moglie, e alla figlia. 72 stanze tutte per loro, in una zona costosissima. E sorprendeva che non approfittassero di questo piccolo gioiello per guadagnarci una barca di soldi. Considerando i prezzi degli affitti. Proprio per questa sua strana storia atipica, i newyorkesi ne sono affezionati. Quando passano, gli dedicano sempre uno sguardo, un saluto. Fa parte della morfologia sentimentale della città.

Ripetiamo: è piccola reggia dall’apparenza abbandonata, nel cuore artistico di New York, che ha una storia “antica alle spalle”, di oltre cento anni. L’edificio è nato come “Germania Bank Building”, costruito tra il 1898-99 , seguendo lo stile neorinascimentale. Non molto alto, appena 6 piani, era comunque impegnativo per l’epoca, con all’ingresso due colonne, e una struttura geometrica e imponente, per mostrare tutta la forza del capitalismo finanziario di quel tempo. Ed è strano pensare che tutta quella “forza geometrica” si sia trasformata nel suo opposto: una bellissima, e forse anche malinconica, trasandatezza.

Ora è stata venduta e pare che i nuovi acquirenti vogliano sfruttare le potenzialità  per fare degli appartamenti di lusso. Ma non potranno  toccare l’esterno. L’edificio è riconosciuto come un bene culturale, e protetto dalla città di New York. 

Lo so che in molti, me compreso, rimangono un po’ male dinanzi alla scomparsa di queste piccole chicche, sostituite dai soliti appartamenti di lusso, come quello che si vede al suo fianco, fatti di vetrate, luce, spazi in comuni, molta leggerezza. Ma in questo caso, ripeto, l’esterno non potrà essere toccato, e almeno un po’ del fascino dovrà rimanere. Sono curioso solo di capire che fine faranno i graffiti, se rimarranno o meno. Io, credo, verranno tolti di mezzo. Ma spero di essere smentito.

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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