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Lo Slang di New York, cosa sapere?

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Aprile 11 2016

Mariagrazia De Luca

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Lo slang di New York City, o meglio “gli slang” cambiano tutti i giorni, sono sempre in movimento. Bisognerebbe registrare la gente che parla  “on the street” perché tante parole muoiono, altre nascono, diventano di moda, si usano e poi si usurano.

Lo slang poi varia da comunità a comunità. Esiste lo slang dei latini, dei rappers, di un quartiere piuttosto che di un altro.

HIT ME ON THE JACK” direbbe un rapper a un altro, per comunicargli: “fammi uno squillo”.

Un rapper direbbe anche “WHAT’S SHAKING? WHAT’S CRACKING?” per dire, “What’s up?”, “Come va?”

Un “tag” molto italoamericano invece sembra essere; “IT’S WHATEVER”, che significa “fa lo stesso”.

Tra i latini è diffuso lo “spanglish”, un misto tra spagnolo e inglese: non è inglese, non è spagnolo ma è un mix. Ecco alcuni esempi.

QUE LO QUE?” (what’s up, tra i domenicani)

TATO’ ” (It’s all good, va tutto bene)

BEESI” (busy). I am so beesi!

REDI: (ready): sono “redi”, sono pronto!

GOGGLEAR: to google, cercare in google.

TEXTEAR: to text, mandare messaggi di testo.

PAREE: party, fiesta! Vamos al PAREE

FRIZAR: to freeze. In spagnish is “congelar”, in inglese e’ “freeze”.

Qui ad Harlem, il mio vicino di casa mi dice sempre WASSAP! quando mi incrocia nell’ascensore. Io gli rispondo:

 YO, BRO! WASSAP?  [Hey, brother! what’s up?].

Ho imparato che YO! è tipico qui, mi capita di ascoltarlo in continuazione tra i ragazzi che si salutano per strada. E’ “tag” di un certo tipo di situazioni veramente informali. Tra membri di una “gang”, ma anche tra amici, spesso teenagers, ma non tra persone “educated”. E’ un dato di fatto che non si sente “Yo” tra i corridori dell’Università.

BRO sta per “brother” e tradurlo in italiano non è cosi scontato: dipende dal dialetto. A Roma diremmo “ci’”, “zi”, “fratè”, in definitiva “amico”.

A New York d’inverno fa freddo, fa freddissimo. Non considerate quest’ultimo, che è stato atipico. I newyorkesi si lamentano della neve, e del gelo, e si rinchiudono in locali, in casa o comunque in posti al chiuso con riscaldamenti “a tutta birra”. Ecco, un newyorkese che direbbe in una fredda giornata come oggi (8 gradi, piuttosto freddina considerando che siamo già in primavera inoltrata)

Newyorker: Ya, bro! It’s BRICK outside. Lo tradurrei: Hey! Fa un freddo cane di fuori!

Un altro newyorkese potrebbe rispondere: Nah, my DUDE (no, my brother).

Sembra infatti che “bro” possa essere sostituito con tanti altri sinonimi, come “dude”, “man”, “son”, etc.

Per le parole MAD e CRAZY anche c’è un uso tutto newyorkese.

Newyorker: Ya, bro! I’m MAD hungry! (ho una fame da lupo)

Newyorker 2, offre della pizza a Newyorker 1: That’s CRAZY good! (E’ troppo buona!)

Se un Newyorker ha davvero fame, fa un mix tra la parola HUNGRY (affamato) e ANGRY (arrabbiato). I am so HANGRY!

Anche la parola TIGHT è abbastanza frequente, e significa “upset”, arrabbiato.

Newyorker: Ya, bro! You got me mad TIGHT! (mad, sappiamo che significa “tantissimo” e tight “arrabbiato”, quindi c’è da preoccuparsi se un Newyorker ci dice questo!)

Se si vuole offendere di brutto una persona le si dice GHETTO. Non suona come un complimento, come negarlo. Funziona come aggettivo o nome, e può essere diretto a tutti, indiscriminatamente: “black”, “white”, “latinos”. Solitamente sono di classe sociale bassa, ma “ghetto” può essere anche solo un atteggiamento.

She is a GHETTO!  (non ditelo a nessuna donna, mi raccomando!)

RATCHET è sinonimo di GHETTO, con la differenza che la persona si crede “cool”, “diva”, anche se in realtà appare ai più “pacchiana”. L’Urban Dictionary dà una descrizione vivace della donna ratchet:

  • Ha un cellulare Blackerry
  • Canticchia canzoni hip hop popolari, o ne cita versi a casaccio
  • Ha capelli scapigliatissimi e tinti per lo meno 3 volte (le ricrescite lo provano!)
  • Indossa leggins stracciati, tacchi altissimi, attillate giacche di jeans, un make up di chi sta per andare in discoteca, anche se poi resta tutto il giorno sotto casa
  • Usa intercalari tipo: “yolo”, “really”, naw”, etc.
  • Ha qualche quintale di troppo
  • Diploma? Carriera? What’s this?

Anche se l’Urban Dictionary non ne fa riferimento esplicito, anche un uomo può essere RATCHET. Diciamo che ratchet people non conoscono spesso la parola “finezza” e sembra che abbiamo problemi di grammatica seri, irrecuperabili.

Si rischia di cadere in stereotipi, ma è un dato di fatto che RATCHET è un appellativo diffuso qui.

Una persona da prendere sul serio è definita DEAD-ASS, e mi raccomando non “don’t mess with him or her”, non scherzare troppo con lui o lei. Ho sentito anche usare DEAD-ASS come sinonimo di “onesto”.

Newyorker: I’am DEAD-ASS! (dico sul serio!)

Una mia amica Newyorker un giorno mi ha detto: Maria, RIDE OR DIE!

Io devo averla guardata con un punto interrogativo sul volto, visto che mi ha risposto sorridendo.

“I’m with you all the way till death.” Un atto di amicizia, sto con te nella buona e nella mala.

Poi mi fa: “You are my G”.

“Sono la tua G?”

Essere “G” di qualcuno significa essere best friend, grande amico.

Visitare (e esplorare) New York significa immergersi in questa babilonia di slang!

Questo articolo “registra” solo alcune delle infinite varianti dello slang newyorkese. Fonte di ispirazione sono stati amici newyorkesi, il vicino di casa “black”, il vicino di casa “latino”, la gente per strada, le chiacchiere ascoltate di nascosto in qualche caffetteria domenicana di Harlem, e semplicemente osservando lo spettacolo umano e linguistico in continuo divenire di New York City.

VAMOS A HANGEAR in NYC! (dall’inglese HANG OUT, e lo spagnolo “pasar un rato”) Trascorriamo il tempo a NYC! Andiamo a spasso! Bivacchiamo! Intraducibile, lo spagnish. Va vissuto!

 

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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