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Come fare per lavorare a New York. Articolo sui visti

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Giugno 25 2018

In molti mi avete detto che preferivate un articolo pratico e non filosofico sul tema di come vivere a New York. 

Vi dico subito che l’America non vi vuole. E così ci togliamo un peso. Ma neanche gli europei vogliono gli americani. E infatti se un newyorkese volesse vivere in Italia, si troverebbe dinanzi agli stessi problemi di visto.

 La verità quindi è che non c’è la possibilità di emigrare negli Stati Uniti, e cercare lavoro qui. E’ vietato.  Se voi,alla frontiera, con il visto turistico dite che siete venuti per lavorare a New York, vi rispediscono a casa.

Quel che potete fare è cercare lavoro mentre siete in Italia, sperare che un’impresa vi sponsorizzi , ma neanche è sicuro che vi diano il visto. Perché c’è una lotteria per i visti di lavoro.  Spiego meglio: se io come imprenditore americano volessi sponsorizzare un italiano, dovrei passare comunque attraverso una lotteria.

Il visto si chiama H1B, e quest’anno le aziende americane hanno fatto 190,098 richieste, e sono state selezionate 65 mila persone (più 20mila tra quelli che hanno studiato negli Usa). Se venite estratti allora il vostro caso viene analizzato dall’immigrazione, e potrete avere il visto. Ma devono essere lavori minimamente qualificati. Diciamocelo chiaramente: un’impresa difficilmente vi sponsorizzerà dall’Italia, solo perché avete mandato un curriculum. Può succedere, certo, ma non succede spesso.

La soluzione più semplice per vivere qui è il ricongiungimento familiare, cioé sposarsi. Questa è la sacrosanta verità. 

La maggior parte degli italiani sono qui con 1) visto da studente  (F1), o il visto per lo stage (J1), o direttamente con l’Esta. Quest’ultimi finché ci riescono, entrono ed escono ogni 3 mesi. Ma rischiano. Lavorano al nero, senza poterlo fare. Alcuni addirittura rimangono oltre i 90 giorni dell’Esta, e si trasformano di fatti in “clandestini”, se tornano in Italia poi avranno una penalità per cui non potranno rientrare negli Stati Uniti per un periodo che va da 1a 10 anni, dipende da quanto tempo sono rimasti negli Stati Uniti oltre la scadenza del permesso.

Per avere il visto da studente potrebbe non bastare fare un corso d’inglese, potrebbero negarlo, è meglio iscriversi al college. 

Altri vengono inviati dalle aziende italiane qui, ma si tratta di profili alti oppure se sono giovani, sono mal pagati. Altri vengono assunti in ambiti di ricerca all’Università o presso strutture mediche. In questo caso vale un altro discorso più di nicchia, perché non tutti possono ambiare a certe posizioni. 

Di solito chi vuole venire a New York è alle prime armi.

C’è poi il caso di coloro che prendono il visto O-1 nel caso abbiate abilità aristiche, e il visto vale anche sarti, estetisti, parrucchieri di un certo livello, ma dovete dimostrare di avere avuto qualche articolo su di voi, cioé che avete una qualche abilità riconosciuta nella vostra terra. E ci deve essere qualcuno che qui vi faccia lavorare.

Esiste poi la lotteria per la green card, la diversity Visa, che è probabilmente il programma che si avvicina di piu’ ad un permesso di emigrare. Ma sono solo 50mila posti e partecipano tantissime persone da tutto il mondo. Qui conta la fortuna.

Ci sono infine i visti da imprenditori, ma dovete avere del capitale da investire congruo rispetto all’azienda che andate ad aprire, ed avere la maggioranza di quest’azienda.

In poche parole non esiste una via ufficiale per emigrare negli Stati Uniti, a meno che un’azienda non vi sponsorizzi e abbiate un po’ di fortuna con la selezione.

Il mio consiglio? Venite ad esplorare, nessuno vi nega mentre state qui di conoscere persone, fare networking. Da cosa nasce cosa, e magari un’occasione di lavoro in futuro uscirà. A me così è successo. Venni durante il periodo del dottorato per scrivere un saggio su Junot Diaz, e poi conobbi nuovi amici, imprenditori di qua, che dopo due anni mi sponsorizzarono il visto.

Nell’attesa cercate di farvi un curriculum pesante!

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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