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Il carnevale di New York si scatena il primo lunedì di settembre. Buon Labor Day

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Settembre 4 2016

Di Mariagrazia De Luca

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Siamo nel bel mezzo del weekend del Labor day, la Festa del lavoro che gli americani festeggiano ogni primo lunedì di settembre a partire dal 1882. Se il “concertone” del 1° maggio a Roma continua ad essere per molti di noi l’icona della festa dei lavoratori, e occasione di celebrare la dignità del lavoro (con un pensiero speciale alle tante vittime sul lavoro che ancora oggi continuano ad esserci in tutto il mondo), qui a New York tra i tanti eventi in corso in questi giorni, sicuramente spicca quello che è stato definito da molti “the greatest show in the earth”, the New York City Caribbean Parade, conosciuto come West Indian Day Parade.

È sicuramente l’evento più atteso dalla comunità caraibica di Brooklyn, omaggiato anche dall’artista hip hop Jay-Z nella sua “Empire State of Mind”, quando canta: “Three dice Cee-lee, Three card Monte, Labor Day Parade, rest in pace Bob Marley”.

Il punto di ritrovo della  West Indian Parade è il Brooklyn Museum (200 Eastern Pkwy). La partenza è prevista per le 11 di mattina, e la parata prevede l’attraversamento del quartiere di Crown Hights in direzione del punto di arrivo, Grand Army Plaza, dove è in programma un “Grand Finale” verso le 6 del pomeriggio. Chiaramente si può decidere di assistere alla sfilata in un punto del percorso, solo per qualche ora, controllando bene se vi siano, come spesso accade, delle deviazioni della metro o autobus in occasione del grande affollamento previsto in quell’area di Brooklyn.

Piuttosto all’oscuro di quello che sarebbe stata l’esperienza di prendere parte al Carnevale caraibico di Brooklyn, l’anno scorso ho accettato l’invito di un’amica italiana ad unirmi a lei e a un suo “boyfriend” giamaicano alla famosa parata. Ho pensato che sarebbe stata anche l’occasione d’oro per mostrare a mia madre, in quei giorni di visita a New York, un evento unico, autentico e al di fuori dalle strade super battute dei turisti di Times Square. Certamente la mia previsione non era sbagliata, ed anzi la realtà dei fatti è andata oltre ogni aspettativa.

La West Indian Parade è un’esperienza difficile da descrivere a parole, piuttosto è da provare personalmente lasciandosi trasportare dalla vitalità irresistibile della gente dei Caraibi, che sa sicuramente come divertirsi al suono dei tamburi e strumenti musicali tipici.

Ritrovarsi insieme a mia madre nel vortice di un ciclone sensazionale di salsa, calypso, reggae e soca music sparata dagli altoparlanti a pieno volume, mentre donne e uomini spesso dai fisici statuari muovono il corpo con una forza e armonia incredibile– loro sì che hanno la musica nel sangue! –, avvolti in costumi coloratissimi con grandi piume che vibrano nell’aria mente ballano come se non ci fosse un domani, sembra avermi ricordato che godersi con leggerezza la vita in compagnia degli altri è quello che basta a volte per sentirsi felici.

Nella parata si vedono sventolare bandiere di paesi caraibici come Jamaica, Haiti, Trinidad, Barbados, etc. che condividono l’uso dell’inglese e della lingua creola. Non ricordo di aver adocchiato bandiere domenicane o cubane. Per la strada tanto “street food” caraibico, ma anche hot dog e hamburger americani.

L’energia del Carnevale caraibico è travolgente, quasi da essere a tratti intimidatoria. Tre milioni di persone partecipano a questa grande festa, in un’euforia caraibica unita a quella esplosiva di Crown Hights a Brooklyn. Pur non avendo mai partecipato al carnevale brasiliano, nell’immaginario che ho sempre coltivato dell’evento, credo che, seppure con le dovute differenze (e chiaramente tutto ridimensionato qui a New York), i costumi eccentrici, la voglia di ballare e soprattutto la vibrante energia del West Indian Carnival di Brooklyn, ricordino da vicino quello che succede a Rio ogni anno nel mese di Febbraio.

Con questa festa caraibica di Crown Hights si conclude in qualche modo l’estate newyorkese. Se tuttavia l’energetico carnevale caraibico non è nelle vostre corde, potete optare per tanti altri eventi organizzati in occasione del Labor Day. Oltre a un’intera giornata da trascorrere in uno dei tanti parchi newyorkesi, Central Park in primis, ma anche i meno affollati lungo il fiume Hudson (Brooklyn Bridge Park a Brooklyn o Fort Tryon Park ad uptown solo per citarne alcuni), la spiaggia newyorkese di Coney Island con il luna park a due passi dalla riva è ancora una buona destinazione per queste giornate settembrine molto meno afose (e affollate) rispetto alle precedenti di Agosto e Luglio. Tra l’altro, i tramonti settembrini, prossimi ad essere autunnali, di solito regalano spettacoli dai colori unicamente vivaci.

Washington Square Park, nel Greenwich Village, invece può essere una destinazione per chi ama l’artigianato, la fotografia, le sculture e tante altre opere artistiche di artisti indipendenti, molti dei quali studenti della NYU, la limitrofa New York University, che espongono nella piazza le loro opere.

Molti newyorkesi sono fuori per il loro ultimo week end estivo, lasciando a noi visitatori e amanti della Grande Mela la possibilità di farla nostra, almeno per un giorno, in questo Labor Day che saluta simbolicamente l’estate, e che segna un nuovo periodo di preparazione all’autunno.

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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