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National Museum of American Indian

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Agosto 20 2019

Nella zona di Lower Manhattan è possibile visitare un museo dedicato interamente a promuovere e sostenere la cultura i valori e le tradizioni dei nativi Americani nel cuore di New York.

Il National Museum of American Indian è stato allestito per la prima volta 1916 da parte di George Gustav Heye ed aperto al pubblico nella sede di Audubon Terrace nel 1922.

Solo nel 1994 l’esposizione è stata spostata nell’attuale sede dell’Alexander Hamilton US Custom House.

Mentre dal 1989 il National Museum of American Indian è entrato a far parte della Smithsonian Institution, il più grande complesso museale del mondo.

Ad oggi esistono tre strutture che fanno capo al National Museum of American Indian.
Il George Gustave Heye Center di New York è la sede storica che ospita mostre, ricerche, attività educative e programmi di arti dello spettacolo.
Nel 2003 è stata poi aperta la sede di Suitland, nel Maryland. Un centro di risorse culturali che ospita le collezioni del museo, una biblioteca e gli archivi fotografici.
Infine nel 2004 è stato inaugurato il National Mall di Washington DC, dove si tengono esibizioni, conferenze, simposi ma anche attività di ricerca e istruzione.

Dove si trova e orari di apertura

Il National Museum of American Indian di New York si trova a One Bowling Green, nella zona di Lower Manhattan.
E’ aperto tutti i giorni della settimana dalle 10 alle 17.
Solo il giovedì l’orario di apertura va dalle 10 alle 20.

L’ingresso è gratuito.

Come arrivarci

Anche se non si trova in un punto molto centrale del distretto di Manhattan, il museo, che si trova nelle vicinanze di Battery Park, dove partono i traghetti per Liberty Island è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici.
Utilizzando la metropolitana basta prendere le linee 4 e 5 fino a Bowling Green oppure le linee J e Z fino a Broad Street o i treni delle linee 2 e 3 scendendo Wall Street.
Per chi invece volesse optare per il bus la fermata di riferimento è State Street – Bridge Street, servita dalle linee M5, M15 ed M20.

Cosa vedere

La mostra principale è quella denominata “Infinity of Nations”. Questa esposizione permanente raccoglie circa 700 opere d’arte provenienti da tutto il continente americano.
L’obiettivo è concentrare l’attenzione dello spettatore sull’importanza storica delle popolazioni native del luogo.
Dall’entrata principale troverete davanti a voi la South Gallery. Mentre alla vostra sinistra e alla vostra destra troverete la East e la West Gallery, all’interno delle quali vengono esposte mostre temporanee di arte, fotografia e oggettistica dei Nativi d’America.

Le due esposizioni temporanee che troverete in questo periodo sono:

  • C. Cannon: At the Edge of America, che celebra uno dei più influenti e innovativi artisti nativi americani del ventesimo secolo (fino al 16 settembre).
  • Taino: Native Heritage and identity of the Caribbean, una mostra relativa alle radici del popolo caraibico e la sua diaspora negli Stati Uniti (fino al 12 novembre).

Al piano inferiore si trova il Dicker Pavilion all’interno del quale è possibile visitare la mostra multimediale “Circle of Dance”, un’esperienza che celebra l’importanza e l’arte del movimento nelle culture native americane.

 

Su questo stesso piano si trova anche l’ImagiNATIONS Activity Center, uno spazio interattivo in cui attraverso esperimenti e simulazioni al computer, tutti i visitatori possono scoprire come le più ingegnose invenzioni dei nativi hanno influenzato il mondo moderno.

Visitare questo museo è un’esperienza unica che vi arricchirà molto culturalmente, ecco perché consiglio vivamente la visita ad adulti e bambini.

Oltre le esposizioni interne, è da ammirare anche la struttura che ospita questo museo. Infatti l’Alexander Hamilton U.S. Custom House è un edificio molto interessante dal punto di vista architettonico, tipico esempio di architettura Beaux-Arts.

Inoltre tale struttura ha anche una valenza storica particolare. Infatti l’edificio è stato costruito nel punto esatto in cui gli olandesi nel 1625 costruirono Fort Amsterdam, ovvero un forte creato per garantire una protezione alla quello che all’epoca era il porto di New Amsterdam, punto di scambio commerciale con i nativi americani, ma spesso anche luogo di scontro tra i coloni e gli indiani stessi.

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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