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Come ripartire dopo la Pandemia

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Maggio 4 2020

Devi smarrirti e poi ritrovare la strada, avere paura e poi trovare la fiducia.

Il Covid19 è l’incidente di percorso che arriva nella vita come negli affari. All’inizio ti chiedi perché proprio a me? Ora che stava andando bene, ora che raccoglievo i frutti del mio lavoro, ora che avevo un minimo di serenità.

Poi ti fermi un attimo e rifletti: non è capitato a me, ma a tutti.  Allora c’è stata la reazione personale, l’orgoglio, perché ancora una volta bisogna dimostrare di poter reagire alle avversità. Un capitano che guida la sua nave, deve portarla fuori dalla tempesta.

Mi sono detto: ok, ora è il tempo di reagire.  Per prima cosa ho discusso col il proprietario del locale che ho Times Square, sede dell’agenzia di viaggi. Gli ho detto: gli eventi sono eccezionali, non avrebbe senso pagarti tutto l’affitto, e comunque se lascio il locale, tu per mesi non troverai nessuno. Cosa facciamo?

Allora siamo arrivati ad un accordo: dimezzare il costo dell’affitto, mentre il resto verrà spalmato su 36 mensilità quando il turismo ripartirà. È un buon affare per tutti. Coloro che non percepiscono lo stipendio, hanno accesso alla cassa integrazione americana (tra 300 a 500 dollari a settimana, in base ai versamenti), anche se ci sono problemi nell’ erogazione visto il caos.  Poi ho chiesto al mio commercialista di valutare se potevamo accedere agli aiuti di Stato, che spettano alle aziende colpite dalla crisi, e anche in questo caso un piccolo aiuto arriverà, sui trenta mila dollari credo. Ma sono tutte azioni d’emergenza, che non tengono conto della Big Picture, cioè del quadro complessivo in cui ci muoviamo, e che mi rende molto ottimista. E’ il momento di usare la testa, e vedere come la pandemia ha accelerato la rivoluzione digitale. Chi conosce quel mondo, e le sue regole, sarà destinato ad emergere, gli altri no.

Parliamo del mio caso specifico. Quando ripartiremo col turismo qui a New York, molti competitor con strutture più pesanti, non ci saranno, o saranno indeboliti. La nostra azienda si basa su un brand forte e una struttura leggera, abbiamo le caratteristiche ideali per attraversare la crisi,  rimanere indenni, e ripartire occupando il vuoto lasciato dagli altri.

Per questo la prima intuizione: le aziende con brand forte, struttura leggera (pochi costi fissi), e vocazione digitale (abilità nel marketing online), saranno in prima fila quando si ripartirà, le altre dovranno usare questa pandemia per ripensarsi.

 Abbiamo comprato mutande online, abbiamo lavorato su Zoom, fatto lezioni su Skype, abbiamo lavorato da casa. Anche chi era un po’ restio, si è abituato all’online, e questa cosa rimarrà. Chi è partito prima (come abbiamo fatto noi del Mio Viaggio a New York), chi ha investito sul digitale si troverà in una posizione di vantaggio. Questo è certo.  Quindi alla disperazione iniziale è subentrato il mio personale ottimismo. Poi ho fatto un’altra cosa.

Mi sono chiesto se avessi qualche progetto in sospeso da completare. Chi fa impresa ha mille progetti, ma poco tempo da dedicarci. Con la pandemia però il tempo l’ho trovato, e ho deciso di darmi da fare. Ho visto nella mia agenda, e mi son ricordato che due anni fa avevo comprato il dominio www.pieroarmenti.com per fare dei corsi sui social media. Un progetto che mi appassiona perché vengo dal mondo dell’università e dell’insegnamento, e credo tantissimo nella formazione, credo che gli esempi che incontriamo lungo il percorso possano cambiare la nostra vita. Allora mi son detto, bene voglio usare questo tempo per iniziare un vecchio progetto messo nel cassetto. Tre giorni fa ho lanciato il  primo corso su Facebook, ed è andato benissimo. Ne sono felicissimo, se non avessi avuto questo tempo per me, non lo avrei mai fatto.

Questo è il grande insegnamento in questa pandemia: non disperare, non è accaduto solo a voi. Siamo tutti nella stessa barca. Ma invece di rimanere immobili a guardare il soffitto, reagiamo. C’è qualche progetto che avete in cantiere, e non avete mai completato? Completatelo ora. C’è qualche passione a cui non avete dedicato mai il tempo, dedicatelo ora. Volevate fare una pagina Facebook di ricette di cucina, bene ora è il momento di farlo. Un canale di youtube in cui parlare di politica, ora è il momento di iniziare. Finito lo smarrimento, dobbiamo ritrovare la strada.

Questo è l’unica cosa da fare. Questa tragedia collettiva ci ha dato tempo da dedicare ad altre cose, non sprechiamo questo tempo, ma cerchiamo di cambiare la nostra traiettoria di vita.     

P.S: Il 19 maggio esce il mio romanzo, per Mondadori. Titolo: Una notte ho sognato New York

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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