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Gli US OPEN, una occasione per andare nel Queens. Andiamo con Luca

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Settembre 1 2016
Luca Marfé
Instagram: @lucamarfe – Twitter: @marfeluca
www.lucamarfe.com
Gli US Open sono uno degli eventi più incredibili in cui vi possa capitare di imbattervi. E gli americani, si sa, in fatto di organizzazione non temono rivali.
Che siate appassionati oppure no, non importa: tuffatevi con me tra tennisti e celebrità provenienti da ogni angolo del pianeta.
L’impianto è colossale e vanta quattro stadi principali ed un’infinità di campi secondari. Su tutti, il leggendario Arthur Ashe, il “centrale” con 23 mila posti a sedere ed un incredibile tetto retrattile nuovo di zecca, intitolato al tennista afroamericano che, nell’oramai lontano 1968, vinse il primo Slam statunitense dell’era Open.
Per raggiungerlo saltate sulla linea 7 della metropolitana con una normale “strisciata” di MetroCard ed una volta fuori dal treno (fermata Mets-Willets Point) procedete verso est. Date un’occhiata anche dalla parte opposta allo stadio dei Mets!
Pochi minuti a piedi e, se non avete già effettuato l’acquisto online, un po’ di fila per i biglietti.
Che diventa una vera e propria coda durante le fasi finali del torneo.
Il prezzo degli ingressi oscilla e di molto: si parte dai 75$ per il ground, con il quale potete girovagare liberamente per il villaggio sportivo ed avere accesso ai campi minori, e si “sforano” alcune migliaia di dollari per i match più importanti.
Il consiglio, a meno che non siate dei fan accaniti o vi troviate di fronte alla possibilità di assistere all’incontro del secolo, è di puntare al “risparmio” (le virgolette sono d’obbligo, considerato che 75$ a persona non sono comunque pochissimi) e godere in totale relax delle atmosfere eleganti, epiche ed al tempo stesso divertenti che questo scenario è in grado di regalare.
Il mio passatempo preferito da queste parti, più degli stessi incontri durante i quali l’agonismo e la posta in gioco generano un bel po’ di tensione (sportiva, ovviamente), è assistere agli allenamenti dei big.
Mattinate e pomeriggi indimenticabili da trascorrere in un’atmosfera più rilassata tra autografi e sorrisi. E le leggende di questo sport, proprio lì, ad un passo.
Portate anche i bambini e sarà, soprattutto per loro, una grande festa.
Per mangiare, una marea di opzioni, quasi tutte molto americane. Il festival degli hamburger e degli hotdog, da accompagnare con una valanga di patatine fritte ed ogni tipo di bevanda (scegliete il bicchiere grande e tenetelo come souvenir!).
La mia preferita, invece, è Fish Shack, dove potete gustarvi una gigantesca insalata di aragosta e gamberi per 21$, che tutto sommato non sono una cifra spropositata, soprattutto se pensate che state facendo del bene alla vostra dieta. Ed al vostro palato, naturalmente. 
Non male neanche Neapolitan Express dove potete gustare una discreta pizza, “quasi” autentica.
Per concludere, immancabile una buona tazza di caffè Lavazza, partner e sponsor del torneo. Trovate i chioschi italiani sparpagliati un po’ ovunque.
E non dimenticate di dare almeno un’occhiata al negozio di Ralph Lauren (splendide le polo dei raccattapalle!) e del merchandising ufficiale, dove ad accogliervi troverete sempre sorrisi spontanei e generosi.
Gli statunitensi sono abilissimi nel “fare cassa”, ma sanno altrettanto bene come farvi sentire a casa.

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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