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Il mercato della Little Italy di Arthur Avenue

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Febbraio 18 2017

 di Mariagrazia De Luca

www.mariagraziadeluca.com

 

La “vera” Little Italy newyorkese non è quella di downtown Manhattan, quasi sommersa ed inglobata da Chinatown, ma quella di Arthur Avenue nel Bronx.

Continuo a ripeterlo a tutti gli amici italiani in viaggio a New York che mi chiedono dove andare per incontrare la comunità italo-americana. 

La Little Italy del Bronx si concentra tra la 187 e la 184 street di Arthur Avenue nel quartiere di Belmont. I nostri compatrioti hanno iniziato a stabilirsi nel quartiere verso la fine del XIX secolo, quando lavoravano come operai alla costruzione del limitrofo zoo del Bronx. In quei pochi “blocks” di Arthur Avenue sono concentrati ristoranti italiani, supermercatini dove comprare mozzarella di bufala e mortadella, salumerie, negozietti specializzati in prodotti made in Italy.

Camminando in lungo e largo per Arthur Avenue vi capiterà di trovarvi a chiacchierare con la gente del posto. “Sei italiano? Di dove?” ti chiederanno, e poco dopo coglieranno il pretesto per raccontarvi le loro storie, quelle dei loro genitori, nonni e anche bisnonni che si sono trasferiti nel quartiere talvolta anche oltre mezzo secolo fa. Gli italo-americani di Arthur Avenue parlano dialetto salernitano, napoletano o siciliano mescolato allo slang americano e adorano l’Italia, terra mitica su cui spesso non hanno mai messo piede.

Il centro italo-americano di Arthur Avenue è il mercato. E’ un posto incredibile. Siamo nel Bronx o in qualche mercato rionale italiano?

David Greco, terza generazione nel mercato di Arthur Avenue

David di Mike’s Deli mi racconta la lunga tradizione familiare legata al mercato di Arthur avenue. “I miei nonni materni sono emigrati da Napoli a New York nel 1919.  Nonno Gennaro viene dal cuore di Napoli, invece nonna Maria, chiamata da noi Nonnabella, da Nola. Dopo essere stati per un periodo di tempo a Brooklyn, si sono trasferiti qui nel Bronx, a Belmont. Nonna diceva che qui nel Bronx l’aria era più fresca”. Al posto del mercato aperto da Fiorello La Guardia nel 1940, David mi racconta, c’era un tempo un campo dove pascolavano pecore. Sua nonna, rimasta vedova molto presto, ha mandato avanti il banco di macelleria  che insieme al marito avevano aperto nel mercato. 

“Papà è venuto dalla Calabria all’età di 17 anni, con il suo gemello Giuseppe. Sono partiti con 100 dollari in tasca”, mi racconta David.  Michele ha poi iniziato a lavorare al mercato di Arthur Avenue, dove ha conosciuto e sposato Antonietta, la mamma di David, figlia di Nonnabella e nonno Gennaro. Papà Michele o, all’americana, Mike, ha oggi 88 anni e tutti i giorni viene la mattina presto al mercato.

David prepara mozzarella fresca ogni giorno, e manda avanti con passione il lavoro iniziato dal nonno e continuato per oltre sette decenni dal papà. Oltre ad importare prodotti alimentari di qualità dall’Italia, David produce i propri, come la passata di pomodoro “Fra Diavolo”, per gli amanti del piccante.

David mi spiega la differenza tra il panino di Trump e quello di Hillary Clinton che sono esposti l’uno accanto all’altro nel suo bancone. “Nel panino Trump ci stanno tantissime cose, come tacchino, prosciutto, salame, roast beef, formaggio svizzero, formaggio americano, pomodori, cipolle, ecc.”, quello invece dedicato a Hillary Clinton  è più moderato, con “mozzarella affumicata, pomodori secchi, peperoni, olio d’oliva.”

David è una fonte d’informazioni inesauribile sulla storia e aneddoti riguardanti il mercato di Arthur Avenue. Mi racconta che quando il sindaco La Guardia inaugurò il mercato, vi erano oltre cento venditori a farsi competizione. “Come potevano starci tutte queste persone qui dentro?” chiedo a David incredula. “Ognuno di loro aveva a disposizione uno spazio piccolissimo, e magari vendeva solo un tipo di prodotto. Successivamente si sono ridotti a quindici e meno”.

David mi invita a sfogliare un album di fotografie che, da quelle in bianco e nero della metà del 1900 fino alle più recenti a colori, raccontano tanti momenti importanti vissuti dalla famiglia qui nel mercato. “Per noi la qualità è la regola. Abbiamo anche clienti importanti,” David mi mostra foto in cui è in presenza di Leonardo Di Caprio e Robert De Niro.

I prodotti italianissimi di Modesta, signora salernitana

Saluto e ringrazio David, e continuo la mia passeggiata per il mercato di Arthur Avenue. Mi imbatto nel banco di Modesta, una signora salernitana, che vende  prodotti introvabili altrove, dai confetti alle mandorle, ai biscotti Plasmon, le Praline Strega al limoncello, il torrone siciliano Condorelli, il Chinotto San Pellegrino. Dispone anche di piatti già pronti, come le melanzane sott’olio. 

 

Caffè e frutta 

Immancabile ad Arthur Avenue è il caffè. 

Un’ampia sezione del mercato è occupata dal banco della frutta.

Icone italo-americane, americane e… sigari cubani

Camminando tra icone italo-americane come la rappresentazione a grandezza originale del Padrino, ma anche tra poster di americani famosi come Marilyn Monroe e James Dean, m’imbatto in un laboratorio dove producono sigari cubani artigianali.

Mi rendo conto che il mercato di Arthur Avenue, pur essendo il tempio italo-americano del Bronx è, come l’anima stessa di New York City, multiculturale. Alla fine decido di comprarmi un arancino siciliano da David (non sapevo proprio quale scegliere tra il panino di Trump e quello di Hillary), i confetti alle mandorle della signora Modesta e un sigaro cubano.

Non ho mai fumato un sigaro cubano, ma non posso perdere l’occasione di fare un viaggio culturale intercontinentale che, partendo dal centro del Mediterraneo arriva fino ai Caraibi, passando ovviamente per il mercato di Arthur Avenue del Bronx. 

 

 

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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