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La guida al Jazz di New York

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Ottobre 19 2015

 

di Mariagrazia De Luca 

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New York è ancora oggi la Mecca del Jazz. Molti posti storici hanno chiuso, come il Cotton Club, il Lennox Lounge e l’originale Birdland. Nuovi jazz club hanno aperto i battenti per la prima volta e altri storici hanno riaperto cercando di ritrovare l’autentica anima “jazz” delle origini. Ascoltare jazz di qualità a New York è all’ordine del giorno, ogni sera vi sono centinaia di concerti in ogni angolo della città. E ce n’è per tutte le tasche: potete spendere centinaia di dollari per una serata speciale al Jazz Standard, andare a giocare a biliardo al Fat Cat mentre nel background suonano dei jazzisti straordinari, oppure imbattervi in qualche leggenda che suona nell’anonimato alla fermata della metro di Columbus Circle. Fare una selezione dei jazz club non è stato facile; ho optato, alla fine, per una bella camminata in vostra compagnia partendo dal Greenwich Village, epicentro del jazz di New York City, per poi risalire un pochino verso nord, ma senza arrivare ad Harlem, a cui dedicheremo un’altra escursione musicale.

 

SMALLS (183 W 10th St)

Anni fa era un localino buio e fumoso, in cui si scendeva per delle scale dalla 10th street. Ti portavi la tua birra, e il tuo sigaro e bla bla bla, chiacchiere e musica tra amici appassionati del jazz mentre incredibili musicisti suonavano sul palco proprio di fronte a te. Locale sempre pieno zeppo di gente, di giorno e di notte. Ha chiuso poi, quando il proprietario, il famoso Mitch Borden, è andato in bancarotta. Mitch non era molto preoccupato del profitto a quanto sembra, ma solo del mettere a disposizione buona musica, e rendere lo Small una ‘casa’ per molti musicisti talentuosi giovani e meno giovani. Per qualche anno lo Small ha lasciato il posto al “The Rio Bar”, gestito da un brasiliano, finche’ Mitch lo ha riaperto dopo qualche anno. Le regole sono un po’ cambiate: non si può fumare, si paga una ventina di dollari per entrare, ma l’atmosfera è sempre magica e musicisti di tutto il mondo vengono apposta a New York per suonare qui, al leggendario Small.

 

FAT CAT (75 Christopher St)

Ci vado ogni volta che ho voglia di ascoltare buona musica in un ambiente informale, e nel frattempo farmi una partita a biliardo o ping pong in tutta tranquillità sorseggiando una birra americana o uno dei cocktail in vendita al bar del Fat Cat. L’entrata è super accessibile per tutte le tasche ($3), e non c’è l’obbligo di consumare nessun drink. L’atmosfera è un po’ quella studentesca del ‘college club’, ma il divertimento è assicurato. I giochi si pagano separatamente, a seconda del tempo di utilizzo. Istituzione culturale, il Fat Cat, offre classi di musica, scacchi, etc. e collabora con educatori e imprese no profit. E’ un locale ideale per trascorrere insieme ad un folto gruppo di amici una serata in un’atmosfera rilassata. Chi ama il jazz può sedersi nei divanetti di fronte ai musicisti, chi invece non è interessato alla musica, può dedicarsi a qualche sfida a biliardino (versione americana) o backgammon. It’s up to you!

 

55 BAR (55 Christopher St)

Norah Jones è stata scoperta qui, in questo storico jazz club che aprì i battenti durante l’epoca del proibizionismo, nel lontano 1919. E’ quello che si definisce un vero e proprio “village hangout”, dove mostri del jazz e giovani musicisti si riuniscono per bere e chiacchierare di musica e non solo. E se per 84 anni sigari e sigarette erano ammessi, qualcuno del team del 55 BAR potrà farti notare che a causa della no-smoking policy di New York, non è stato più possibile fumare. Aperto 7 giorni a settimana fino alle 4 a.m., offre concerti a tutte le ore. Gli show pomeridiani sono a costo zero, quelli serali a pagamento ($5, $10). Non è caro come molti altri jazz club di New York, ma non è servito da mangiare (ci si ciba solo della musica!). La “Jazz Guide New York City” lo ha definito “Il fantastico posto dove iniziare o terminare una carriera musicale”.

 

MEZZROW (163 W 10th St)

Aperto da Mitch Borden dello Smalls, insieme a Spike Wilner, si situa all’angolo opposto della strada dell’altro locale, tra 10th street e 7th ave. Mezzrow è un piano room, un lounge dove gli amanti del jazz possono ascoltare ottima musica, in un’atmosfera intimissima in compagnia dei migliori pianisti di New York e non solo. Chi era Mezzrow? Milton “Mezz” era un formidabile musicista di clarinetto di Chicago, una figura controversa, un mostro del jazz appartenente alla cerchia di Luis Amstrong, punto di riferimento nel jazz degli anni ‘20, ma anche famoso per spacciare sigarette di marijuana. Il suo “prodotto” era ben conosciuto nella comunità jazz, per questo era chiamato “mezz”, “mezz-roll”. Nato e cresciuto in una famiglia di ebrei immigrati, entrato e uscito dal riformatorio molte volte, si è trasferito poi ad Harlem e sposato con una donna afro-americana, ed è diventato sostenitore dei diritti di uguaglianza e integrazione dei neri americani nelle proteste degli anni ‘60.

 

GARAGE (99 7th Ave S)

Nel cuore del Greenwich Village, sorseggiando un cocumber-cayenne margarita, top shelf, fatto con Ultra Premium Patron Silver tequila, ascoltando ottimo jazz, e gustando un succulento (e squisitamente calorico) piatto della cucina americana contemporanea… non vi sembra un buon programma per una domenica sera? Infatti nel pacchetto “Sunday Date Night” menù, ($79.99), sono compresi 3 portate di un menù fisso, bottiglia di vino incluso. Il tutto accompagnato dal jazz melodico di David Coss e il suo quartetto: la classe non è acqua! Durante la settimana, si alternano 2 band, con il primo concerto che inizia alle 6 o 7 p.m. No cover, tutta musica originale. Aspiranti stelle del jazz e leggende locali con anni di esperienze alle spalle, ruotano attorno al Garage jazz club. Se vi piacciono le ostriche, sedetevi all’oyster bar, sorseggiatevi la margarita top shelf, e lasciatevi andare alle note sognanti della musica jazz…

 

BLUE NOTE ( 131 W 3rd St)

Facciamo due passi verso est, subito dopo la 6th avenue, e raggiungiamo un’altra Mecca del Jazz che ruota attorno al Blue Note. Di Blue Note ce ne sono vari in giro per il mondo, uno anche a Milano e un paio in Giappone. Uno a Pechino e un altro nelle Hawaii stanno per aprire, ma quello di New York City è il più popolare. Aperto nel 1981 e frequentato da artisti del calibro di Tito Puente, Oscar Peterson, Dizzy Gillespie, è un luogo dove tutto può succedere. E se tra il pubblico ci fosse Stevie Wonder che a un certo punto si alza dalla sedia e sale sul palco unendosi ai musicisti? Ecco, non stupitevi se dovesse accadere. Monday Night Series e il bi-settimanale Late Night Groove Series danno spazio ad artisti jazz, ma anche altri R&B, hip hop, funk. La filosofia del Blue Note è lasciare agli artisti la “musical freedom” che meritano, niente è impossibile al Blue Note!

 

BAR NEXT DOOR ( 129 Macdougal street)

Il Bar Next Door, a 129 Macdougal street, serve un menù italiano. Il ristorante La Lanterna di Vittorio, dove si trova il jazz club Bar Next Door, è infatti di quelli autentici italiani. Tre tipi di lasagne (bolognese, al pesto e quattro formaggi), specialità casarecce “home made” come Mille Sfoglie, Tiramisù o Pizza con Nutella, oltre 10 tipi di gelati differenti, caffè espresso (vero!) e cappuccini con sambuca o amaretto: insomma è il vostro Italian Jazz Village. La Jazz listening room è aperta dalla domenica al giovedì, dalle 6 p.m. alle 2 o 3 di notte. Il Bar Next Door dà molto spazio agli artisti emergenti, nelle “Emerging Artist Series”, ma anche a quelli più affermati. Prezzi abbordabili ($12 cover + 1 drink), per godersi l’atmosfera unica di quelli che in molti considerano il “New York most romantic spot”. Ci sono menù fissi per tutte le tasche (dai $30 ai $60) e solitamente non è affollatissimo. Da vera italiana, stuzzicare crostini o bruschette, mentre sorseggio un prosecco frizzantino e ascolto buona musica jazz, mi basta per essere felice. D’inverno poi c’è anche un caminetto con fuoco scoppiettante…. L’atmosfera romantica del Bar Next Door è successo assicurato per il vostro primo appuntamento amoroso.

 

JAZZ STANDARD (116 E 27th St)

 

E’ ora di lasciare il Greenwich Village per andare alla scoperta di altri angoli del Jazz di Manhattan, primo tra tutti il famoso Jazz Standard. Etta Jones ha suonato qui, tanto per citare una delle tante leggende del jazz che sono passate per lo Jazz Standard. L’entrata è piuttosto cara (dai $20 ai $40), ma per lo meno non c’è l’obbligo del “drink minimum” come in molti altri jazz club. Il menù è caratterizzato da Southern cuisine: alette di pollo affumicate, Smoked Alabama White Wings, o Nola calamari in salsa Beer-Worcesterishire, da leccarsi i baffi! Aspettatevi cocktail classici, come Old Fashioned, Manhattan, e una vasta scelta di Bourbon e Whiskey, birre e vini americani. Ogni lunedì, Mingus Monday: dal 2008, questo giorno è dedicato a uno dei più popolari e apprezzati bassisti e compositori americani. Lo Jazz Standard dà spazio anche ai ragazzi, con il Jazz Standard Youth Program: durante le domeniche gli studenti possono suonare e partecipare a workshop prima dell’apertura del locale, e dare anche un concerto aperto al pubblico.

 

BIRDLAND (315 W 44th St)

 

Eccoci nell’Hell’s Kitcken, dove per la terza volta lo storico Birdland è stato riaperto, appena fuori l’uscita della metro A, su 42th street. L’originale aprì nel 1949, su Broadway avenue, nell’ “hotbed” del jazz degli anni ‘30 e ‘40. Oltre al fatto che molti dei jazzisti del pianeta hanno suonato qui, tra i quali Count Basie, John Coltrane, Miles Davis tanto per dare un’idea, era anche un punto di ritrovo per i vip del tempo. Marilyn Monroe, Frank Sinatra, Ava Gardner erano frequentatori abituali del Birdland. “L’angolo jazz del mondo”, definito da Charlie Parker, una sorta di “barometro” delle tendenze jazz. I battenti sono stati chiusi per la prima volta nel 1965. Sarà stata la nascita del Rock’n’Roll che gli fece perdere centralità? Rimane, oggi come oggi, un tempio del Jazz. Ed è anche sede, tra l’altro, dell’Umbria Jazz Festival in New York.

 

KITANO (66 Park Ave)

 

Andiamo infine nell’Upper East Side per avere un’esperienza jazz un po’ diversa. Ci troviamo nella hall dell’Hotel Kitano, che ospita un bar giapponese, considerato uno dei luoghi più intimistici per ascoltare jazz a New York. Ogni lunedì ci sono in programma jam session, ogni martedì invece piano solo series. Entrambi i giorni $15 minimum obbligatorio per drink, plus cena. Dal mercoledì al sabato, live jazz, con due show dalle 8 alle 10 di sera. Cucina americana con influenze asiatiche, e il bar è ben fornito: whisky o sakè, ma anche cocktail e vini. Il Sunday Jazz Brunch è da provare: $ 40 dollari (senza includere tasse e mance), per sorseggiare un Bloody Mary, gustarvi muffins o bacon affumicato alla mela, e godervi la voce calda e dall’estensione vocale infinita di Tony Middleton, leggenda del Doo Wop Hall of Fame e punto di riferimento nella comunità jazz di New York. Tony Middleton suona ogni domenica con il suo Trio, dalle 11 a.m. all’1 p.m. Dormire la notte precedente al brunch nell’Hotel Kitano può essere un’idea, ma solo nel caso in cui vogliate spendere sui $350 per una stanza. Che dite, come alternativa, di programmare una sveglia di domenica mattina?

Jazz’s adventure in New York, continua…

 

 

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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