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Alessandro Parrello, da Elisa di Rivombrosa a un nuovo magazine su New York

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Aprile 4 2015

Abbiamo incontrato Alessandro presso il ristorante Via della Pace, per il lancio del suo nuovo magazine su New York. Non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di una chiacchierata.

Ciao Alessandro, come sei arrivato a New York? 

Ciao Piero, sono arrivato a New York la prima volta il 7 marzo 2007 per una combinazione di eventi. In realtà avevo deciso di andare a Los Angeles ma è successo che pochi mesi prima avevo rilasciato un’intervista per un settimanale Italiano in cui avevo dichiarato che sarei andato a Los Angeles per imparare l’inglese e studiare recitazione. Quando è uscito l’articolo, però, il titolo diceva Alessandro Parrello va a New York a studiare recitazione. Avevo pensato di chiamare e far fare la correzione, ma ho preso la cosa come un segno del destino e ho deciso di cambiare il biglietto per NY. Ancora oggi ringrazio la giornalista e il mio istinto per quella scelta.

Qual è stato il tuo primo lavoro?

Dopo aver finito quei quattro soldi con cui ero partito da Roma (li ho spesi tutti in una vacanza tra Las Vegas, LA e San Francisco) un giorno sono andato a mangiare con un mio amico in un ristorante italiano sulla 46esima strada tra 8th and 9th Ave e quello stesso giorno la proprietaria mi ha offerto di lavorare li come cameriere. Io ovviamente ho accettato senza pensarci perché era proprio il mio sogno quello di iniziare l’avventura americana partendo da lì, ispirato da tanti grandi che lo hanno fatto prima.

Cosa ti ha colpito di New York?

L’energia incredibile che scorre in ogni angolo della cittàà e non ti fa mai sentire stanco! Questa cittàà ha il potere di regalarti nel bene e nel male tutto quello che desideri, se sei disposto a metterti in gioco e a muovere i passi giusti. New York rocks si dice. Ed è vero! E’ creativitàà allo stato puro, basta non farsi prendere troppo la mano dagli eccessi!

In Italia hai lavorato come attore, cosa hai fatto nello specifico?

Ho esordito nel 2003 con un ruolo minore sulla popolare fiction Elisa di Rivombrosa, di cui ho preso parte anche al sequel. Poi ho debuttato come co-protagonista in un’acclamata sit-com sperimentale di Rai Due dal titolo Sweet India. Da lì ho fatto teatro, un programma TV per Raitre, diversi altri ruoli tra cui uno spaghetti western con Enzo Castellari e due film indipendenti, e infine la mia ultima serie web Il bastardo Innocente, per Flop Tv di Fox Italia.

Perché hai deciso di fondare un magazine?

Perché è sempre stato uno dei miei sogni quello di poter avere un contenitore di informazioni da mettere a disposizione di tutti dove trattare notizie e storie interessanti e particolari per ispirare in qualche modo i lettori. Il destino poi mi ha portato a fondarlo proprio a New York!

Diciamo che WEST 46TH MAG è oggi parte di un progetto più ampio che comprende la mia societàà di produzione, la WEST 46TH FILMS con sede a Roma e New York, con la quale facciamo ogni tipo di lavoro, dai film alle serie web gli spot o videoclip, sempre con un elevato standard di qualità.

Qual è l’obiettivo del magazine?

WEST 46TH MAG nasce con l’obiettivo di diffondere e promuovere la cultura italiana in ogni sua forma, da un punto di vista internazionale e senza limiti di spazio. Vorrei che diventasse un punto di atterraggio per gli italiani e per coloro che amano l’Italia e desiderano conoscere tutto quello che di italiano avviene nel mondo, che possa regalare un’ispirazione o anche un suggerimento o una dritta per qualsiasi nuovo progetto. I nostri corrispondenti sono sparsi tra Londra, New York, Dublino e Roma e la lingua principale è l’inglese, quindi aperto a un pubblico potenzialmente globale.

Come nasce il nome?

Il nome è stato un atto dovuto alla 46esima strada dove come ti dicevo ho fatto il cameriere per molto tempo e dove nel 2007 guadagnai i miei primi dollari americani che ancora oggi conservo in un cassetto della scrivania a Roma. WEST 46TH oggi è il brand con cui realizzo ogni nuova idea.

Cosa diresti ai tanti connazionali che sognano l’America?

Direi: ‘Ragazzi, la vita è una sola e anche piuttosto breveSe avete un sogno non abbiate paura di realizzarlo e seguite il vostro istintoPotrebbe portarvi molto lontano e regalarvi un viaggio straordinario! Where there is a will there is a way!’

Come descriveresti New York?

Magica, folle e creativa!

Altri progetti per il futuro?

Al momento, oltre al magazine, sto lavorando a una nuova serie web/tv commedia, assieme a dei miei colleghi italiani importanti, di cui seguirò anche la produzione oltre che interpretare uno dei protagonisti. Il titolo sarà svelato presto. Curerò nelle prossime settimane la produzione di un bellissimo cortometraggio dal titolo LA GITA, e altri progetti in cantiere di cui spero di poterti parlare presto magari per una prossima intervista.

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New York#

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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