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Cosa visitare ad Harlem (con mappa) per non perderersi la magia un luogo storico

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Maggio 19 2015

Introduzione ad Harlem

Prima di iniziare questa breve guida su Harlem, vorrei sottolineare un paio di cosette. La prima è che si tratta dell’epicentro della cultura afroamericana negli Stati Uniti. La seconda e che ci sono anche molti ispanoamericani. La terza è che adesso ci arriva un po’ di tutto, tra cui italiani alla ricerca di affitti vantaggiosi. E’ vicino a Midtown, meno di venti minuti di metro, e sta vivendo un nuovo rinascimento. Certo se vi perdete tra le sue strade vi dà ancora la sensazione di essere una zona desolata e povera. 

Nell’Ottocento era una zona agricola piena di fattorie, poi all’inizio del ‘900 è diventata un quartiere suburbano approdo di afroamericani, che arrivavano durante la grande emigrazione dagli stati del Sud, per cercare migliori condizioni di vita nel Nord avanzato.  Dopo la seconda guerra mondiale sono arrivati gli ispanoamericani. E’ stata la culla del Jazz, durante gli anni ’20, conosciuti come gli anni del rinascimento di Harlem. Ha passato giorni giorni oscuri e violenti fino agli anni ’90, quando poi ha ricominciato a splendere. Ecco alcune cose da vedere. Sottolineo che molte di queste cose, e tanto altro, le vedrete nel tour italiano di Harlem. La mappa la trovate alla fine.

1) Apollo Theater (a)

Diciamolo chiaramente, l’Apollo Theater è l’attrazione ancora oggi principale, con il pavimento antistante il teatro costellato dalle stelle di tutti i grandi artisti afroamericani che hanno mostrato il loro talento su questo palco. Tra i tanti che sono stati lanciati da questo teatro c’è Michael Jackson e Ella Fitzgerald. Ma la lista è lunga. Fu fondato nel 1860, e rifondato varie volte soprattutto nel 1913 e nel 1934, e in quest’ultima occasione assunse questa natura di trampolino di lancio per artisti afroamericani. Ancora adesso è possibile andare a vedere uno spettacolo, anche se non ha oramai la fama di un tempo.

 

2) Lenox Lounge (b)

Aperto nel 1939, è stato  il tempio del Jazz, dove si sono esibite personalità del calibro Billie Holiday e John Coltrane, ed è stato uno dei locali preferiti di Malcom X. Sia la facciata che gli interni appaiono nel film Amercan Gangster. E’ stato restaurato nel 1999, e mantiene intatto il suo fascino. 

3) Sylvia’s (c)

Su Sylvia’s ci sarebbe da fare un articolo a parte. La regina del Soul Food ha visto praticamente entrare tutti nel suo locale. E fin da quando lo ha aperto nel 1962 è diventata una mecca per vip di tutti i tipi, ma soprattutto afroamericani. Tra i suoi clienti anche Nelson Mandela, Bill Clinton e Obama. Qui bisogna mangiare il pollo fritto, i waffles, e  Mac and Cheese. L’ambiente è così particolare e comunitario che non potrà che darvi un assaggio di un’autentica Harlem.  Ricordate che però parliamo di cucina del Sud degli Stati Uniti, quindi bella pesante.

4) Cotton Club (d)

In realtà quello che vedete non è il Cotton Club originale, che fu una meta privilegiata di artisti neri che si esibivano per bianchi durante l’epoca del proibizionismo. Ma è ancora adesso uno dei luoghi in cui andare a vedere uno spettacolo di Jazz eo di  Blues, e mangari partecipare al suo buffet: per 56 dollari a persona,include cibo a volontà e spettacolo.

5) Hotel Theresa (e)

E’ rimasta solo la scritta a ricordarci lo storico hotel, che ha ospitato Fidel Castro nel 1960 quando venne a New York per il proprio discorso alle Nazioni Unite. In tanti sono passati per sue stanze, tra gli altri Muhammed Alì e Ray Charles, Jimmy Handrix e Malcom X. J.F. Kennedy lo scelse come luogo da cui tenere un discorso al cuore povero e nero d’america. Un discorso di liberazione. L’hotel chiuse i battenti nel 1967, è stato rimodernato e ora ci sono semplici uffici. Ma rimane nella storia di questa città, sopratutto grazie alla scritta. Se vi va di vedere il discorso di Kennedy, cliccate qui

7) Striver’s Row (f)

Alla fine dell’ottocento vennero costruite queste “brownstone” che sono riconosciute ancora adesso come patrimonio architettonico nazionale degli Stati Uniti. Si trovano sulla 138 e 139, da farci una passeggiata.

8) Studio Museum (g)

 Aperto nel 1968 in una zona centralissima, è un riferimento per tutti gli artisti afroamericani. L’ingresso è libero, con una  donazione suggerita di $7.00,  la domenica invece è gratis. Da farci un giro, ma ricordate. Apre a mezzogiorno.

 

9) Museo El Barrio (h)

Dedicato alla cultura latinoamericana (Porto Rico, Caraibi e America Latina in generale), questo museo si trova ad East di Harlem, dove il 50% dei suoi residenti ha origini sudamericane. E’ una perla di Harlem, e il biglietto costa 9 dollari. Gratis ogni terzo sabato del mese. Quindi una volta al mese.

10) Schomburg Center (i)

Probabilmente questo nome non vi dice niente, e l’edificio è anche bruttino, francamente. Ma questo edificio che si trova al centro dell’Harlem afroamericano è un centro di ricerca avanzato sugli studi dell’identità africana nel mondo. Insomma anche se ci passate davanti in maniera distratta, io vi garantisco che qui si scrive la storia degli afroamericani.

11) La Marqueta (j)

Mercato mitico, nonostante i tentativi di farlo tornare ai fasti di un tempo, non ha piu’ il fascino della vita di strada. Ma è normale: Harlem cambia continuamente. In passato era un megamercato latinoamericano di cibo da strada, e altre delizie caraibiche, che visse i propri fasti negli anni ’50 e ’60 come  cuore della comunità ispanoamericana. Ora stanno tentando di farlo rivivere, come un tempo. Obiettivo ancora non raggiunto.

12) Abyssinian Baptist Church (K)

Se volete vedere una messa Gospel, questa è la chiesa che tutti vi raccomanderanno. Ovviamente è ultraturistica, quindi non ne vale la pena,, nonostante il coro sia tra i piu’ belli.  E’ bella dall’esterno.  Lo stile neogotico la  rende molto accattivante, soprattutto se considerate che le altre chiese battiste della zona sono piuttosto bruttine.

 

13) Graffiti Hall of Fame (l)

La cultura di strada trova la sua massima espressione artistica e metropolitana nei murales. Questi sono i murales di Harlem, visibili a pochi passi dal Central Park.

14) Taco Mix (m)

Se volete provare i migliori tacos di New York, dicono alcuni, questo è il posto che fa per voi. Ovviamente siamo nell’Harlem Latino.

 

15) Charles Country Pan fried Chicken (n)

Un altro tempio della cultura del sud degli Stati Uniti, con un ottimo buffet, e un insuperabile “fried chicken”. Fa concorrenza, ovviamente, a Sylvia’s.

16) Corner Social (o)

Concludiamo con un posto moderno, che ci mostra come Harlem sta cambiando. E si sta riempendo di locali meno tradizionali, dalle luci soffuse, e ambienti curati. Niente di nuovo. Harlem ha avuto mille vite, e la prossima sarà la milleunesima.  Anche in questo caso si tratta di “soul kitchen” ma in versione gourmet!

17) Masjid Malcolm Shabazz (p)

La moschea in cui Malcom X, uno dei grandi esponenti dell’emancipazionea afroamericana, si trova proprio ad Harlem, e sicuramente passeggiando la vedrete. Ricordiamo che a New York Malcom X è stato ucciso, e a questa città e ad Harlem il suo destino è legato. Non a caso il Malcom X boulevard è la strada piu’ famosa di Harlem.

 

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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