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Ecco le foto e il racconto della colazione da Tiffany

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Novembre 26 2017

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Quando ho ascoltato la notizia che Tiffany sulla Quinta Avenue avrebbe aperto un café al quarto piano mi sono detto “Wow”. Poi subito dopo ho esclamato: “Era ora”. L’occasione per l’apertura sarebbe stata il lancio della linea casa, fatta di tazzine, piatti, bicchieri, tovaglie,  tutto con il classico blu di Tiffany.

Abbiamo atteso oltre 50 anni affinché quel “colazione da Tiffany” potesse significare non solo fare colazione davanti alla vetrina di Tiffany, come Audrey Hepburn, ma farla al suo interno, tra gioielli e brillanti. E finalmente quel momento era arrivato.

Armato di pazienza sono andato alle 9 del mattino, e ho trovato una piccola fila di una ventina di persone davanti a me. Temevo di dover aspettare in fila fino all’apertura alle 10, ma ho capito subito che tutto sarebbe stato piu’ semplice del previsto.

Hanno appuntato sull’iPad il mio nome, mi hanno dato un orario indicativo in cui tornare, e mi hanno promesso di inviarmi un sms 15 minuti prima della seduta. Meglio di così! Quindi dopo 5 minuti avevo dato il mio nome, e me ne sono andato a spasso sulla Fifth Avenue. Nell’attesa di dare il nominativo, in quei dieci minuti di fila, mi hanno offerto anche una fantastica cioccolata calda nella bicchiere di cartone di Tiffany. Non male. Sono tornato alle 11.45.

Arrivato il mio turno ho attraversato la grande sala dei gioielli preziosi al piano terra, e mi sono soffermato sulla bellezza degli alberi di Natale. Siamo quasi a Natale, mi sono detto. Ero diretto al quarto piano. Sono entrato negli ascensori, che si riempiono di persone che cercano il piano dell’argenteria, e l’addetto ai pulsanti ci ha portati su.

Arrivato all’ingresso del café mi ha colpito la collezione dedicata alla casa, molto bella. Devo ammettere che il potere di suggestione che ha il blu Tiffany è incredibile: possedere una sua tazza o un suo bicchiere può sembrare una sciocchezza (una tazza è una tazza, che importa sia Tiffany), ma quel colore e quel marchio la rendono magica. A tal punto che ho speso 90 dollari per due tazze da caffé americanoTiffany. Ma volevo avere un ricordo della mia colazione, e mi sembrava quello giusto. Il bar era esattamente come me lo aspettavo. Sarà che avevo visto qualche foto su internet, o sarà che anche io lo avrei decorato così. Tutto in tonalità bluTiffany, dalle sedie alle tazze, alle pareti, ai cuscini e le poltrone. Da un certo punto di vista poteva sembrare eccessivo tutta quella monocromia, ma credo che la scelta sia stata centrata.

E’ come entrare in una favola, e tutto di quella favola deve essere perfetto. Quel colore ha un potere magnetico, è il giusto acceleratore gravitazionale per farti accedere alla dimensione onirica, quella in cui non sai se le tue percezioni siano sogno o realtà. Sono stato anche fortunato. Mi è capitato il posto vicino alla finestra, da cui potevo vedere in lontananza le vette dell’Hotel Plaza, e da vicino l’edificio fantastico di Bedford Goodman, un centro commerciale d’alta classe. Inutile poi dire che i colori del Central Park autunnali hanno contribuito non poco alla dimensione fantastica in cui mi trovavo. In perfetto stile Tiffany, i camerieri indossavano una cravatta blu. Anche questo piccolo dettaglio mi è sembrato in linea con quella volontà di rendere l’esperienza sublime. Perché di questo si tratta in fin dei conti: non vieni qui perché hai fame, o perché lo chef ha un talento smisurato. Vieni qui perché vuoi anche tu la tua fetta di sogno Tiffany a portata di mano, collezionare memorie per il futuro, oltre a un numero incredibile di scatti da condividere sui social network. Una delle cose deliziose di Tiffany è il suo The, che infatti ho ordinato senza pensarci su un secondo. E mi è piaciuto che fosse esposto in alcuni scaffali alle pareti, quasi per dare centralità alla bevanda che è sempre stata associata alla classe e all’eleganza. La cura del dettaglio mi è parsa l’arma vincente per sedurre il cliente. E infatti nulla è lasciato a caso, lo zucchero si trova in un porta zucchero molto elegante con i colori Tiffany, e lo stesso può dirsi per i dispensatori di sale e di pepe. Tutti gli oggetti  che ho usato potevano essere acquistati al quarto piano, a prezzi ovviamente alti ma in linea con il pricing di Tiffany, che non è mai stato economico. D’altronde si tratta di un brand che segna le occasioni speciali. Devo ammettere che il momento in cui mi sono versato il The mi ha regalato una gioia superiore a quella dell’arrivo del cibo. Non lo so come spiegarlo (o forse sì),  ma in quel preciso istante ho realizzato che  stavo facendo la famosa colazione da Tiffany, e che in tanti dopo di me avrebbero fatto la stessa cosa. Poi è arrivato il momento del cibo. Qui devo fare una precisazione. Non mi aspettavo nulla di speciale, e infatti il cibo non mi ha sorpreso in positivo. Quando ho chiesto un avocado toast mi aspettavo qualcosa di diverso. L’avocado toast ha in genere un impatto visivo molto forte, che stuzzica la fantasia. E’ un toast corposo, invitante, che non lascia scampo e grida di finirti in bocca. In questo caso mi sono arrivate quattro tartine un po’ deludenti, nel senso che erano piccole e non grondavano di avocado. Per quando riguarda il waffle ne ho mangiati di migliori, mentre il piccolo cornetto servito in un piattino è stato un inizio piacevole, in linea con le aspettative. Eccomi qua felice con la mia colazione da Tiffany. Per l’occasione avevo comperato una felpa da American Eagle che fosse in tinta col locale (e poi anche con i miei occhi. Da oggi quando mi chiedono che colore sono i miei occhi, dirò blu tiffany). La felpa l’ho comperata non perché io sia un pazzo patito di Tiffany, come avranno pensato quelli che mi hanno visto nel locale. Semplicemente sapevo di dover fare  i video e le foto da far circolare sui social media, e ho voluto creare una sorta di completamento visivo in cui il blu tiffany finisce per estendersi su ogni cosa, anche su di me. L’arrivo della torta è stato fantastico. Intanto perché è una torta che si nota, che ruba lo sguardo, che quando arriva costringe tutti coloro che sono in sala a voltarsi, come in un inchino verso la regina che entra in scena con eleganza.

Impossibile non rimanerne rapiti. La forma dello scatolino regalo di Tiffany è una scelta azzeccata: per una donna ha un valore simbolico fortissimo, probabilmente il ricordo di un anello di fidanzamento o di matrimonio. In questa scelta stilistica c’è colpo di genio di una semplicità disarmante: collegare la forma della torta a un’emozione provata, o che si vuole provare. Ed è qua che c’è la radice della “memorabilità” di quest’evento. Prima ancora di provare la torta, sai già che ti ha conquistato, perché ha già inciso sulle tue emozioni.

La torta ti viene prima portata intera, per farti fare la foto nel caso tu voglia, o semplicemente per ammirarla qualche minuto. Poi basta fare un cenno e se la riprendono, e dopo pochi minuti ti riportano un piattino con una fettina, e la torta che è rimasta, la posizionano di nuovo al centro. Se siete in due vi avanzerà sicuramente, perché sono almeno 4 porzioni. Ma non abbiate paura a fare il bis. Mi è piaciuto molto la maniera in cui è stata tagliata, cioé in maniera geometrica, senza cedimenti a tentazioni curvilinee.

In questa purezza delle forme, in questo inno alla geometria c’è un’innata eleganza che rappresenta alla perfezione Tiffany, la sua capacità di offrirsi in una maniera netta, che tutti possono percepire: un equilibrio tra colori e forme che ricorda un quadro di Mondrian. Anche il gusto semplice della torta esalta l’intera esperienza, perché non c’è quell’eccesso di zuccheri che affligge la pasticceria americana (almeno dal punto di vista di un europeo). L’arrivo del conto non è mai il momento piu’ allegro. Ma la percezione è stata quella di un prezzo onesto. Sei da Tiffany sulla Fifth Avenue, con vista sul Central Park. Stai utilizzando bicchieri, posate e piatti Tiffany, e se controlli i prezzi di questi oggetti nel reparto casa ti rendi conto di quanto sia un’esperienza lusso.

E’ qualcosa di unico, in un posto nuovo, che incuriosce e sai che  tanti vorrebbero essere al tuo posto. Se poi teniamo conto dei prezzi di New York, allora possiamo concludere che il prezzo è perfetto. In conclusione il cibo non era memorabile, ma questo calarsi nella magia di Tiffany mi ha reso felice

Il video qui lo trovate qui

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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