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L’apocalisse di New York nelle sculture della cattedrale di Saint John the Divine

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Febbraio 19 2017

di Mariagrazia De Luca

www.mariagraziadeluca.com

 È caduta, è caduta Babilonia la grande! Era diventata una tana di demòni, un rifugio per ogni uccello immondo e ripugnante, e per ogni spirito malvagio. Perché tutte le nazioni hanno bevuto il vino dell’ira provocata dalla sua depravazione. I governanti della terra hanno fatto l’amore con lei e i mercanti di tutto il mondo si sono arricchiti per il suo lusso sfrenato. Apocalisse, 18

Saint John the Divine, la cattedrale anglicana più grande del mondo situata nel quartiere di Morningside Drive, alle porte di Harlem (111th street e Amsterdam Avenue), non è conosciuta solamente per il suo primato in grandezza, ma per alcune sue peculiari caratteristiche che la rendono unica, misteriosa ed anche spesso inquietante.

Innanzitutto la cattedrale Saint John è stata ribattezzata The Unfinished, che potremmo tradurre con la “mai completata.” Basta alzare gli occhi verso l’alto della facciata per notare che il timpano è ancora allo stato grezzo. Iniziata nel 1892 secondo un disegno romanico-bizantino, è stata successivamente, a causa della morte dell’architetto, riprogettata in uno stile neogotico. La prima funzione religiosa risale al 1941, in seguito all’attacco di Pearl Harbor, e nel 2001 è stata anche chiusa per alcuni anni a seguito di un devastante incendio. Il motivo per cui non sia stata completata è incerto: mancanza di fondi, la spiegazione ufficiale. 

Sono soprattutto le atipiche sculture delle colonne dei profeti del portale di Saint John the Divine che la rendono una delle chiese più arcane di New York City. Mi riferisco in particolare all’interpretazione in chiave “contemporanea” dell’Apocalisse biblica di San Giovanni. La distruzione della città è il tema principale delle sculture.  

La presenza degli edifici iconici newyorkesi non lasciano ombra di dubbio: le Torri Gemelle, il Chrysler e il Citigroup Center sono visibilissimi tra le fiamme, scoppiate in seguito all’esplosione di una specie di fungo atomico. La statua sovrastante la rappresentazione della caduta della città è quella del profeta Jeremiah, ma la città non è Gerusalemme, ma proprio New York City, la moderna Babilonia! Un velo di inquietudine è lasciato dal fatto che le sculture sono state completate nel 1997, appena quattro anni prima dell’attentato terroristico del 11 di Settembre. Sono in molti, soprattutto tra gli appassionati di esoterismo, a pensare che non sia stato un caso.

Tra l’altro alcuni credono che non sia una coincidenza che proprio il 2001 sia stato l’anno dell’attentato terroristico e anche della chiusura della chiesa per un periodo piuttosto lungo a seguito dell’incendio. Le tante “cospiracy theories” trovano certamente un terreno fecondo con queste rappresentazioni misteriose di Saint John the Divine. 

Nel pilastro alla destra di Jeremiah, continua la rappresentazione della distruzione di New York, con il ponte di Brooklyn che si spezza a metà, facendo cadere un autobus e delle automobili. La Statua della Libertà sta sprofondando, mentre poco più sotto è scolpita la Borsa di New York, The New York Stock Exchange, con persone intente a vendere oggetti di ogni tipo. 

I mercanti della terra piangeranno e faranno lutto per causa sua, perché non ci sarà più nessuno che comprerà le loro merci. Apocalisse, 18

 Tra i pilastri più curiosi, ma anche più conturbanti, ve n’è uno che rappresenta la scena di una nascita. La testa di un bambino emerge da un probabile organo femminile, mentre ai due lati vi sono delle mummie, e un agnello con le zampe legate, simbolo dell’Anticristo. Un vortice in proporzione piuttosto grande si trova sotto l’agnello, ed ancora più sotto delle persone che pregano. Secondo molti rappresenta la nascita dell’Anticristo.

Elementi di morte sono rappresentati in un altro capitello: teschi, scheletri e ossa. O sono delle forme aliene che minacciano l’umanità? Una croce, nel pilastro poco più in basso, punteggiata da occhi, tiene prigionere delle persone che sembrano essere state avvolte dal fuoco. 

Anche Washington DC è sotto minacce atomiche, mentre un altro pilastro rappresenta invece l’Albero della Vita, simbolo mistico secondo la Cabala ebraica esoterica.

 

 La statua sopra il pilastro rappresentante l‘Albero della Vita, è una delle più inquietanti: un uomo con un occhio coperto…  All-seeing eye, l’occhio della Provvidenza (che sta anche all’interno della punta della piramide rappresentata sulla banconota da un dollaro), ma anche l’occhio adottato dalla Massoneria  (compare nella iconografia standard dei massoni nel 1797). L’occhio che vede tutto, che ci controlla. 

Un brivido corre lungo la schiena nell’osservare la trasfigurazione di simboli biblici antichi nel nostro mondo contemporaneo. I simbolismi sono indubbiamente complessi e per questo aperti a molte e controverse interpretazioni. Cosa volevano comunicare gli architetti in modo più o meno velato? E se ci fosse un disegno massonico dietro, come la copertina della rivista massonica Masonic World  affermò nel 1925? In tanti lo pensano (basti guardare i tanti video su YouTube in cui vengono formulate creative teorie apocalittiche e cospirative riguardanti la cattedrale), altri preferiscono guardare ai pilastri di Saint John come opere d’arte frutto della libera creatività di artisti contemporanei.

Tutto è possibile, e in definitiva Saint John the Divine, per via del suo lato misterioso, resta una delle architetture più affascinanti della Grande Mela. Speriamo solo che non cada mai, la nostra amata Babilonia newyorkese!  

 

 

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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