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L’incredibile epopea del Manhattan Bridge (con le foto d’epoca)

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Febbraio 7 2017

di Mariagrazia De Luca 

One hand in the air for the big city
Street lights, big dreams, all looking pretty
No place in the world that can compare
Put your lighters in the air, everybody say yeah

Empire State of Mind sparata nelle cuffie mentre dai vetri del finestrino del mio autobus mi godo il suggestivo paesaggio. Abbiamo appena imboccato da Brooklyn il ponte di Manhattan, direzione Manhattan.

Mi trovo sul più “giovane” dei tre ponti che collegano Brooklyn con Manhattan, da cui prende il nome, Manhattan Bridge. Il più antico di tutti è -sulla mia sinistra – il Brooklyn Bridge (1883), il primo ponte “sospeso” nella storia e insostituibile icona di New York. Quello di Williamsbug – sulla mia destra – è stato costruito nel 1903. La vista mozzafiato dei ponti newyorkesi, le luci brillanti dello skyline di New York, i grattacieli che si stagliano come una foresta di cemento davanti ai miei occhi, tutto questo e molto ancora pulsa sotto la mia pelle insieme alla canzone di Jay-Z. E lo ammetto sono emozionata. Mi sento la regina di New York. La sento mia questa città, sebbene sappia che la sensazione durerà poco, tanto quanto la percorrenza dei due chilometri di lunghezza del ponte.

Tra poco “atterrerò” a Manhattan, e non in un quartiere qualunque. Il Manhattan Bridge mi catapulterà dritta dentro il cuore della più grande Chinatown del mondo, dove la maggior parte della gente parla mandarino e anche il McDonald e le banche hanno le loro insegne fatte di ideogrammi. Dalla parte di Brooklyn c’è DUMBO, acronimo  per “Down Under The Manhattan Bridge Overpass,” un quartiere originariamente industriale, che ha visto aprire negli ultimi decenni  gallerie d’arte e ristoranti proprio laddove vi erano magazzini e fabbriche. E’ proprio da DUMBO, ai piedi del ponte, che si può godere di una delle viste più mozzafiato, soprattutto se scovate il punto preciso in cui le arcate del Manhattan Bridge incorniciano  il lontano Empire State Building. Vi ricordate il famoso spaghetti western di Sergio Leone, C’era una volta in America, con il grande De Niro nei vesti di  David “Noodles” Aaronson?

La costruzione del Manhattan Bridge, come della maggior parte dei ponti newyorkesi, non è stata lineare, ma caratterizzata da tante vicissitudini e ostacoli. 

Sembra che si siano succeduti vari ingegneri “artistici”, ognuno dei quali promuoveva differenti progetti. Inizialmente, nel 1901, era stato incaricato l’architetto Herny Hornbostel, che proponeva di sostenere il ponte non con cavi d’acciaio secondo il modello di quello di Brooklyn, ma con “eye-bars”, sbarre unite l’una all’altra a sostegno della struttura. Progetto scartato poco dopo. L’architetto Leon Moisseif è stato assunto nella direzione dei lavori, anche se nel corso del tempo il suo progetto ha mostrato molte debolezze strutturali: la carreggiata non era in grado di sostenere il peso del ponte. 

Degli ex studenti di Belle Arti a Parigi sono stati incaricati di progettare la porta d’entrata del ponte di Manhattan. Incarnando il trend del Neoclassicismo che imperava in quel periodo in America, sono riusciti a dare un tocco anticheggiante alla porta del ponte. 

L’arco monumentale, modellato sulla Port-De-Saint Elisée a Parigi e ispirato dal colonnato di del Bernini San Pietro a Roma è il loro prodotto finale. Il fregio si rifà al Partenone, con la differenza che nella versione “americana” vi sono rappresentati quattro indiani d’America a cavallo che cacciano bufali. 

Nelle seguenti foto d’epoca  possiamo osservare le varie fasi della costruzione del Ponte di Manhattan. 

I pilastri, alti 102 metri, sono di solito la prima cosa ad essere costruita, dopo aver installato le fondamenta del ponte nel letto del fiume.  (foto sopra)

Da notare come Dumbo era differente un secolo fa, con le fabbriche e le carrozze trainate da cavalli per le sue strade non asfaltate. 

 Dopo i pilastri, i cavi d’acciao. 

Il ponte è lungo con esattezza 2.089 metri, con la campata maggiore che ne misura 448. La larghezza è di 37 metri. Il ponte di Manhattan è interamente fatto d’acciao.

Oltre un secolo fa la sicurezza non era certamente un grattacapo per i datori di lavoro, anzi i poveri operai si dovevano arrampicare sulle impalcature senza protezione, sfidando le vertigini e il vuoto sotto i loro piedi. La bellezza del nostro ponte di Manhattan, come di tante opere d’arte del passato (e purtroppo spesso anche del presente) è costata la vita di molti lavoratori, per lo più immigrati e non di rado italiani. 

Le foto d’epoca mostrano la quotidianità degli operai, mentre fanno una “siesta” seduti nel vuoto sotto il ponte di Manhattan.

Il ponte è stato inaugurato il 31 gennaio del 1909, dal sindaco George B. McClellan Jr., che, inusualmente, si dimise subito dopo questo atto pubblico. Nonostante la pomposa cerimonia, con partecipazione di migliaia di persone, carri e barche che seguivano l’evento dal fiume, il ponte non era ancora stato completato, come potete leggere qui nell’articolo dell’epoca del New York Times.  Tra le varie cose,  il ponte era privo di una parte di pavimentazione, nonostante fino a quel momento si erano già spesi oltre $20.000.000 (valore del dollaro del 1909).

I lavori sono terminati nel 1912, causando recentemente tra le autorità un’indecisione riguardo quando festeggiare i “cento anni” del ponte. E’ stato quindi formato un Comitato del Centenario del Manhattan Bridge per districarsi tra  sei differenti proposte riguardanti il giorno dei festeggiamenti del centesimo compleanno del ponte. 

La città di New York nel corso del tempo ha dovuto spendere per riparazioni e manutenzione una cifra di quasi $830 milioni. L’istallazione della metro nel 1990 sembra aver richiesto anni per essere completata, e il passaggio inferiore del ponte è stato chiuso nel 2007 lunghi periodi per lavori. Si dice che il Dipartimento del Trasporto di New York voglia rimpiazzare i cavi superiori… per una cifra di 150 milioni di dollari. 

Nonostante gli esperti affermino che il ponte di Manhattan non sia stato architettonicamente un’eccellente opera di ingegneria, il Manhattan Bridge – e su questo siamo tutti d’accordo, newyorkesi e visitatori, –  è uno dei più amati di New York City. Attraversarlo è un’esperienza adrenalinica, 100% newyorkese.

 

 

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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