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Oggi ci immergiamo dentro Chinatown *prima parte

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Marzo 17 2017

di Mariagrazia De Luca

www.mariagraziadeluca.com

Cari amici, questa settimana io e Wanda detta Wanda Wanderful, guida de Il mio viaggio a New York, vi invitiamo a seguirci nelle nostre avventure nella Chinatown più grande del mondo. Ovviamente, quella di New York City. 

Camminando per le sue stradine, soprattutto quelle del centro storico, quella della “old” Chinatown, tra Mott, Pell e Doyers Street, vi dimenticherete di stare a Manhattan (se non fosse per la Freedom Tower che sbuca di tanto in tanto oltre i bassi tetti del quartiere cinese). 

Il gelato di Chinatown

“Vuoi provare il gelato all’avocado?” mi propone Wanda, domenicana di nascita ma che da 24 anni vive a New York City. “Assolutamente sì!” le rispondo, ed eccoci che lasciando la ampia e trafficata Canal Street, ci immettiamo nelle viette attorno Mott Street, piene di ristorantini, negozi di abbigliamento tipico cinese, alimentari che epongono cibi mai visti prima.  Questa parte di Chinatown mi ricorda quasi il tipico storico delle nostre città europee, con viette disordinate, e sinuose. Poi d’improvviso appare, piccolo piccolo,  il leggendario “Chinatown Ice Cream Factory.” 

“Voglio provare tutti i gusti!”, dico a Wanda in preda all’entusiasmo, quando leggo la lista dei sapori a disposizione (nonostante spesso dal nome del gusto è impossibile capire di cosa si tratti). Wanda scopre con delusione che per ora “Avocado Ice cream is out of stock.”  Ai cinesi non conviene più fare il gelato all’avocado, in quanto, ci spiega il gelataio, questo frutto è divantato caro, visto che sembra essere andato di moda. Sarà per visto l’uso sproporzionato che ne fanno le comunità latine, e anche i tanti turisti alle ricerche di cibo esotico?

The CICF, Chinatown Ice Cream Factory ha aperto da circa 30 anni, ed è uno dei più antichi esercizi del quartiere. “Il gelato è stato inventato durante la Dinastia Tang,” è scritto in grandi lettere sul dépliant della gelateria, “ed il nostro è il più buono perché ce l’abbiamo iscritto nei nostri geni.

Per capire se il gelato sia un’invenzione cinese dovremmo aprire un dibattito internazionale, ma vi prometto che solo qui, in tutta New York City, potete trovare un gelato allo Zen Butter, o al Sesamo Nero, oppure al Wasabi, oppure al Taro (una radice) o Durian, o gusto Panda! I ragazzi cinesi della gelateria sono gentilissimi, e pronti a dirci tutti gli ingredienti dei gusti. Anche se poi – lo ammetto!- rinuncio a capire a che tipo di radice o erba fanno riferimento nelle loro spiegazioni, e semplicemente mi affido ai loro suggerimenti.

Io ho provato alla fine i gusti “Taro” e “Green Tea Oreo” e non mi sono affatto pentita della mia scelta.

I negozietti cinesi

Chinatown è un quartiere per curiosi, per esploratori che non hanno timore di addentrarsi in luoghi non tanto battuti dai turisti. I cinesi che vivono qui non sempre parlano un buon inglese, ma li sentirete comunicare tra loro in mandarino, in cantonese, taishanese, fujianese o alcuni dei tanti dialetti cinesi. Non che per noi faccia molta differenza, comunque.

I cinesi, poi si sa, non sono sempre molto propensi a parlare con i turisti, ma sono piuttosto discreti. Ho speso del tempo a cercare di farmi dire da un ragazzo come cucinare, eventualmente, i funghi, ostriche e vari tipi di calamari essiccati, esposti fuori dal suo alimentari. “Come si cucinano questi?” ho chiesto in inglese. Il venditore mi guardava senza rispondere, ma annuendo con la testa. “Con acqua?” ho domandato allora. Lui rispondeva solo “Yes, yes!” fino a quando Wanda mi ha fatto notare, “non siamo mica a West Harlem, dove chiedi a un domenicano che tipo di prodotto vende ed è capace di starti a parlare mezz’ora di quel prodotto e di centomila altre cose!”

In tutti gli stereotipi c’è forse qualche cosa di vero, ma questo mondo cinese misterioso e imprevidibile mi affascina, vorrei saperne di più. 

(Calamari essiccati)

(Ostriche giapponesi essiccate)

(Funghi)

I barbieri 

Più ci avviciniamo al centro vecchio di Chinatown, e più i ristoranti turistici lasciano spazio a quelli locali, ai negozietti alimentari con prodotti tipici, e soprattutto ai barbieri. Ci sono tanti negozi di barbieri, con uomini asiatici radunati a parlare fuori o fumare sigarette. I Barber Shop si riconoscono per il loro simbolo inconfondibile di un cilindro girevole con strisce blu e rosse. 

(Wanda con sfondo i Barber Shops di Chinatown) 

Ho sentito dire che ci siono tanti barbieri qui a Chinatown, perché tutti i cinesi di New York vi vengono apposta per farsi tagliare i capelli, in quanto i parrucchieri americani non se ne intendono di acconciature “Chinese-style.” Forse è una leggenda, ma di Barber Shop ve ne sono molti, e sembra che diventino dei luoghi di ritrovo per la gente del quartiere. 

32 Mott St – il negozio più vecchio

Al numero 32 di Mott Street ha sede il negozio più antico di Chinatown. Ha oltre un secolo (risale al 1899) e vendeva un tempo erbe, prodotti alimentari e altri tipi di mercanzie. Ha poi chiuso dal 2003 per qualche anno – Chinatown è stato uno dei quartieri che ha subito economicamente più di tutti gli effetti disastrosi  dell’attentato terroristico dell’ 11 Settembre. Ci fu un calo spaventoso di turisti e di lavoratori che, vista la vicinanza con il World Trade Center, chiamavano i ristorantini  per consegne di cibo a domicilio. Un tempo il 32 di Mott Street si chiamava Quong Yuen Shing e ora è Good Furtune Gift

Dentro vendono di tutto, dai Lego, a personaggi di Star Wars o altri  da collezione, figurine, gioielli, addobbi cinesi, giocattoli sia occidentali che asiatici. 

 ( Quong Yuen Shing in passato)

(Good Fortune Gift oggi)

“The Bloody Angle”, Doyers Street



Doyers Street, tra Pell e Mott, centro nevralgico della old Chinatown, sembra che sia stata una delle più sanguinose strade di Manhattan. Era una sorta di spazio neutrale tra il territorio della Tong di On Leong su Mott e quella di Hip Sings su Pell.

Le Tongs sono delle associazioni cinesi nate nei primi del 1900 per offrire agli immigrati servizi di vario tipo: legale, lingustico, prestiti, ecc. Sebbene il loro compito iniziale fosse quello di offrire servizi alla gente del quartiere, nel corso del tempo le Tongs si sono trasformate in vere e proprie gangs che sembra abbiano tenuto fino agli anni ’70 il controllo del quartiere. Si dice che la Tong dei On Leong controllava Mott St. mentre quella Hip Sings era su Pell St. Se un tempo si occupavano di droga, prostituzione, gioco d’azzardo  e crimini vari, ora non hanno  più quel potere di una volta.

Ebbene,  Doyers Street, che era chiamata in passato “The Bloody Angle,” o “Angolo del sangue” era stage per battaglie di kung-fu all’ordine del giorno tra gangstar cinesi delle Tongs di Chinatown.

CONTINUA…

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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