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Peace Fountain: una “misteriosa” fontana senza acqua nel cuore di Manhattan

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Febbraio 1 2017

di Mariagrazia De Luca

www.mariagraziadeluca.com

L’articolo di oggi è dedicato a tutti gli amici del Il mio viaggio a New York che quando viaggiano amano percorrere le strade meno battute dai turisti, alla scoperta di luoghi incantati e misteriosi.

Non tutti sanno che a fianco della famosa cattedrale di Saint John the Divine, alle porte di Harlem (111th street ed Amsterdam avenue), vi è un’insolita fontana in bronzo  costruita appena 32 anni fa. Infatti la Peace Fountain ideata dall’artist-in- residence (artista in sede) americano Greg Wyatt  risale al “vicino” 1985. Entrate dal cancello che si trova a destra della cattedrale.  E’ solitamente aperto, anche se passa spesso inosservato dalla folla di turisti che si dirigono a St. John. Innanziutto, lo scorcio della fontana con sfondo l’immensa cattedrale vi lascerà a bocca aperta.

La cosa che salta all’occhio immediatamente è il fatto che la Fontana della Pace è, paradossalmente, una fontana senza acqua. Inoltre, nel suo raccontare  la lotta del bene contro il male, impersonificata dall’Arcangelo Michele che uccide Satana, include molti elementi difficili da decifrare nel loro significato simbolico. La cosa certa è che l’alato Arcangelo Michele, ha appena decapitato Lucifero, la cui testa penzola priva di vita.  

La base della fontana forma una doppia spirale che ricorda la forma del codice genetico, il DNA, simbolo “scientifico” della vita. Altri elementi, all’apparenza tradizionali, si rivelano, guardandoli da vicino, tutt’altra cosa. Ad esempio, quelle che sembrano essere delle fiamme che emergono dal suolo, sono in realtà delle mani congiunte.

Un granchio gigante è poggiato sulla base della fontana, simboleggiando l’antica origine “marina” della vita, contrastando in questo modo col mito biblico di Adamo ed Eva. Di consequenza, nella Peace Fountain, la teoria del creazionismo e quella dell’evoluzionismo sembrano trovare un’armonica rappresentazione.

Una luna che sonnecchia sul lato occidentale si contrappone a un sole che invece sorride su quello orientale, come simboli di un cosmo che va al di là della realtà terrestre.

Il totale di nove giraffe, animale simbolo di pace, sono rappresentate nella fontana, una della quale è situata tra le braccia l’Arcangelo Michele.

Il giardino dove è situata la fontana è un luogo arcano, in cui animali e personaggi mitologici si affiancano l’uno all’altro, talvolta in parte nascosti dalla vegetazione. Orsi, scimmie, tartarughe, etc. sono le sculture prodotte da ragazzi del quartiere (provenienti da scuole elementari, medie e superiori) che hanno contribuito negli anni ’80 all’opera artistica di Greg Wyatt.

 

Sebbene posizionata di lato alla più grande cattedrale cristiana di New York, la fontana della pace incorpora in sé elementi sacri e profani, antichi e moderni. Basti pensare anche alle iscrizioni con messaggi di pace sui libri di bronzo che la circondano. La mia preferita è quella che rappresenta una parte della canzone di John Lennon, Image. Secondo me non c’è canzone al mondo che possa, in modo più efficace e poetico, pronunciare un appello di pace tra gli esseri umani.

Some may say I’m a dreamer, but I’m not the only one

I hope someday you’ll join us

 And the world will be as one

E’ una fontana internazionale, visto che vi sono iscrizioni in inglese, francese, e anche italiano. 

Massime di Gandhi, Socrate, Einstein, di autori americani come Mark Twain, o musicisti del rango di Ray Charles, ma anche alcune frasi di anonimi, sono immortalate nei libri in bronzo. 

Amo la Peace Fontain per il suo essere tutta dedicata alla Pace. Una pace che non ha bandiere (si esprime in tutte le lingue) e che va al di là del credo religioso o scientifico di ognuno di noi. Una pace che, anzi, include tutto quello che è umano, del nostro mondo,  ma anche il cosmo di cui facciamo parte.

Sembra volerci ricordare attraverso pensatori antichi e moderni, cantanti, scrittori e musicisti, che la pace è (per molti di noi, i più fortunati) un’eredità che ci è stata data… facciamone tesoro!  

 

 

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Piero Armenti

Journalist, Writer, NY Urban Explorer

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